Domenico Latagliata Scudetto alla Juventus.
Meritodi tutti e di Antonio Conte per primo, con al traino tutti i giocatori della rosa. Dal primo all'ultimo, con citazioni particolari per Buffon nonostante la Grande Papera contro il Lecce, per Barzagli, Chiellini, Marchisio, Vidal e anche Del Piero. Alla fine, comunque, un trionfo meritato. Comincia nel migliore dei modi la Signora, appena infastidita dall'inizio aggressivo del Cagliari. Con la linea difensiva alta dei sardi, però, Bonucci ha gioco facile nel servire Vucinic in una posizione che la moviola avrebbe poi dimostrato essere in leggero fuorigioco: fuga sulla destra, tocco a far passare il pallone sotto le gambe di Agazzi e serata già in discesa dopo cinque minuti o poco più. Ovvio che, con un inizio così e con le notizie che arrivano nel frattempo da Milano, la serata bianconera prenda una strada lastricata di diamanti. Ci prova anche Marchisio con un tiro dal limite, ma stavolta Agazzi è pronto. Idem su una conclusione dai venticinque metri di Pirlo, solito professore del centrocampo a cinque, con Lichtsteiner a destra e Pepe a sinistra. Proprio quest'ultimo ignora Vucinic tutto solo in mezzo all'area facendo volare Agazzi: la partita è viva, il Cagliari non regala nulla ma fa fatica ad avvicinarsi a Buffon. Un contrasto aereo terribile tra Pinilla e Lichtsteiner fa venire un bello spavento a tutti: lo svizzero non ce la fa e al suo posto entra Caceres, ma il tema tattico del match non cambia. Buffon dorme sonni tranquilli fino a quando Pinilla non tira una sassata da trenta metri che finisce a lato di poco: la Juve tira un sospiro di sollievo e comunque arretra leggermente il proprio raggio d'azione, il Cagliari prova a prendere fiducia ma prima della fine del tempo è ancora Pepe a cercare il raddoppio con un destro a giro. Sotto un acquazzone degno di Perugia 2000, la Juve va al riposo con mezzo scudetto cucito sulla maglia ma anche con la sensazione che il Cagliari non le regalerà nulla. Il momentaneo raddoppio del Milan gela la Juve, Ficcadenti lancia Cossu al posto di Thago Ribeiro e il Piccoletto trova modo di reclamare un rigore prorio mentre pareggia Milito. Lo scudetto torna allora sulle maglie bianconere, Vidal esce ed entra Giaccherini con l'intento di nascondere palla al Cagliari: ci prova ancora Cossu, che già all'andata aveva giustiziato la Juve, ma la palla finisce alla sinistra di Buffon. L'ultimo cambio di Conte chiama Borriello per un inconsistente Matri e l'ex giallorosso trova modo di spaventare Canini costringendolo all'autogol quando manca un quarto d'ora alla fine. La Juve mette la partita in ghiaccio, l'Inter fa il resto: trionfo. Iventimila juventini arrivati fino al Nereo Rocco possono dare il via alla festa