Quei segnali evidenti di una resa personale
Ilgiovane spagnolo è stanco, quasi svuotato da questa esperienza romana che lo ha provato anche dal punto di vista fisico: altro che ironman, le corse di resistenza a piedi e in bici sono un'altra roba. La pressione della Capitale è una brutta bestia, una cosa che ti avvolge da sotto, modello blob melmoso, e ti schiaccia lentamente: qui serve più testa che fisico. E a nulla sembra siano serviti i numerosi attestati della società (che ha fatto e sta facendo oggettivamente il massimo consentito per farlo restare), poi dalla squadra (Totti in testa) e quindi anche dal popolo romanista che, ancora in buona parte, sembra essere con lui. Il tecnico giallorosso potrebbe aver già deciso di non continuare la sua avventura con la Roma, cosa che diventerà, semmai, ufficiale solo dopo Cesena. La cosa assurda è che l'eventuale resa non sembra arrivare per motivi tecnici, o perché l'allenatore abbia capito che la squadra non lo segue o tantomeno perché non sente la società alle sue spalle o non creda in un futuro roseo. No, il suo addio potrebbe arrivare proprio perché si è reso conto di non essere ancora pronto a una piazza così esigente. Detto alla romana perché «nun ce la fa'». Perché Roma, avrà anche qualche eccesso di schizofrenia, ma alla fine non fa sconti... a nessuno.