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Totti è con l'allenatore

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MatteoDe Santis La festa poteva venire meglio. Altri avrebbero festeggiato lo stesso, ma Franceco Totti non è come gli altri. I motivi per brindare, in fondo, c'erano tutti: 500 presenze in serie A, una doppietta che vuol dire 270 reti totali con la Roma, 215 in campionato (a una sola lunghezza da Meazza e Altafini), terza doppietta stagionale e pazienza per il rigore parato da Carrizo e il successivo tap-in spedito sopra la traversa. Le ultime due voci, però, non sono un dettaglio di poco conto per il capitano. «La vittoria non è arrivata per demerito mio. La colpa è mia e mi prendo tutte le responsabilità. Non dovevo sbagliare quel rigore. I miei due gol e un solo punto in più in classifica non servono a niente. Era più importante vincere». Il baratto che Totti avrebbe fatto volentieri avrebbe reso molto meno teorico e decisamente più pratico e possibile l'ultimo assalto all'Europa League: «Ora l'Europa è più lontana, ma finché l'aritmetica non ci condanna ci proveremo con tutte le nostre forze. Questa, comunque vada a finire, è stata un'annata di transizione in cui tutta la squadra ha avuto le sue colpe. La nostra fragilità difensiva non è solo un problema dei difensori, ma anche degli attaccanti. Se prendiamo tanti gol è colpa di tutti perché non ci disponiamo bene sul campo». La frittata, Europa League o non Europa League, è stata fatta. Meglio pensare al futuro. E il capitano ha le idee molto chiare su chi dovrebbe essere l'allenatore della Roma per l'anno che verrà e snocciola una dichiarazione di voto destinata a non passare inosservata. «Spero fortemente che rimanga Luis Enrique. È un grande allenatore e una grandissima persona. Ha attaccamento a questi colori, un grande futuro davanti e tutta la squadra dalla sua parte». Anche Pjanic, a proposito di Luis Enrique, la pensa come Totti: «Siamo tutti con il mister e speriamo vivamente che rimanga anche l'anno prossimo. Questa è una decisione che deve prendere lui con la società e io non sono un dirigente. Noi vogliamo che resti perchè una squadra non si fa in due settimane o in due mesi, ma poco a poco e con il passare del tempo. Questo campionato ci siamo dovuti conoscere ma sono convinto che dalla prossima stagione arriveranno anche i risultati. Un discorso simile vale anche per me. Ho avuto un infortunio che ha condizionato le mie ultime prestazioni, ma adesso mi sento bene e sono convinto che l'anno prossimo potrò fare meglio. La stagione non è stata perfetta, anche stavolta meritavamo di vincere ma ci sono mancate fortuna e determinazione e dobbiamo accontentarci di un punto che non serve a nulla». Al partito dei favorevoli alla permanenza di Luis Enrique si aggregano pure Lobont e Taddei. «Vogliamo che resti con noi per contuinuare un lavoro che abbiamo appena iniziato», dichiara forte e chiaro il primo. «Luis ha dimostrato di avere carattere e di capire di calcio. Non siamo riusciti a tenere un livello alto per tutta la stagione, ma noi giocatori speriamo che il tecnico rimanga al suo posto. Il prossimo anno, sia noi che lui, potremo fare e dare di più», aggiunge il secondo. Nel coro che intona «Luis rimani» c'è anche Bojan: «Noi lo vogliamo con noi, è un grandissimo allenatore. Il rigore su di me? Io penso che ci fosse, ma per sfortuna l'arbitro ha deciso di non darlo».

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