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La tre giorni al Mugello finisce col botto

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Ieriè toccato alla Ferrari picchiare contro le barriere della curva del «Correntaio». Alonso è uscito illeso, la sua F2012 malconcia. Alettone anteriore e sospensione sinistra danneggiate e stop forzato di due ore ai box. Una volta riparata la vettura, ha concluso terzo a tre decimi dalla scheggia Grosjean su Lotus (1'21”035), più volte primo nei crono. In mezzo Vettel, segnale preoccupante per le contendenti al titolo. E sono tempi che hanno importanza visto che i team hanno adottato un ritmo indiavolato per capire quale fosse il limite delle tantissime modifiche studiate dagli ingegneri. La F2012 aveva bisogno di sfruttare meglio i flussi aerodinamici nella zona posteriore e in effetti la nuova configurazione degli scarichi (soffiaggio verso l'esterno e in basso) sembra funzionare. Sarà pure arrivata tardi, come ha polemicamente sottolineato Massa: «Nessun asso nella manica, i pezzi inediti non sono ancora pronti», ma il passo in avanti c'è. Prima dell'incidente, lo spagnolo, con gomme dure, aveva staccato il miglior crono. Ma resta una Rossa «stregata», lo dice Alonso: «Non esiste il motore o la configurazione magica. A Barcellona faremo il primo piccolo step in avanti, ma non risolveremo tutto in un gp». Il 13 maggio in Spagna sarà la solita musica: la Ferrari si prepara a dire addio al Mondiale nonostante i test abbiano confermato che sono tutti sullo stesso piano, nessuno riesce a trovare quei decimi in più per battere la concorrenza. Intanto la FIA vorrebbe introdurre una cupola trasparente di policarbonato, ma la protezione diminuisce la visibilità dei piloti. La soluzione è lontana.

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