Luis Enrique: ho deciso ma non lo dico
La Roma sfida il Chievo a Verona con la testa al futuro della panchina Il tecnico: «Non ho dubbi su cosa farò, ne parliamo a fine campionato»
LuisEnrique non scioglie il nodo che paralizza il futuro della Roma, ma un passo in avanti, almeno nella dialettica, lo fa: «Ci sono solo due possibilità: rimanere o andarmene via, è facile». Fin qui c'eravamo arrivati. «Dubbi? No, so chiaramente cosa andrò a fare, al 100%». Ho deciso ma non lo dico: la traduzione è semplice. Bisogna aspettare due settimane, insomma, per capire chi si siederà sulla panchina della Roma nella prossima stagione. E l'attesa riguarda anche i dirigenti. «Ho detto tante volte di essere un allenatore diverso e quando arriverà il momento dirò quello che penso: con la società parleremo di cosa è successo in questa stagione, faremo le nostre valutazioni e prenderò la mia decisione». La Roma vuole costruire con lui il futuro ma gli lascia libertà di scelta. «Non ce l'ha ancora comunicata» assicurano da Trigoria. Se i dubbi degli ultimi giorni, nati nella testa di Luis Enrique più per la ribellione dell'ambiente che dai risultati negativi, saranno così forti da farlo mollare, la Roma dovrà cercarsi un altro condottiero, il più simile possibile all'attuale. Altrimenti si va avanti insieme, tutti felici e contenti, esclusa una buona parte dei tifosi. «Ma sarebbe bello sapere - sottolinea l'allenatore - qual è questa percentuale di gente che vorrebbe mandarmi via. I risultati non sono stati disastrosi e mi spiace che la genti pensi che non ce l'abbiamo messa tutta. Questo però è il calcio: quando non ci si identifica con la squadra perché si pensa che gli manchi carattere, si crea un clima strano e non è bello per nessuno». Non è bella la classifica e la partita di oggi con il Chievo serve solo a mantenere accesa una fiammella di speranza per l'Europa League. «Abbiamo sprecato tante opportunità durante la stagione, fa rabbia pensare a dove potremmo essere adesso. Ma a questo punto uno ha quello che si merita. Cosa chiedo a queste ultime gare? Penso solo a preparare la gara col Chievo, vorrei vincere anche perché se arriva un'altra sconfitta non avremo tempo di lottare ancora per l'Europa. Pensiamo ancora di farcela con Catania e Cesena se vinciamo questa partita». Un messaggio recapitato alla squadra: Luis Enrique glissa sul suo futuro per togliersi la pressione di dosso e non lasciare alibi ai giocatori in questo finale di stagione. «Non è ancora finita e speculare sul futuro non mi interessa. Io sono asturiano e noi siamo tutti combattenti». Decisamente meno lo sono sembrati i giocatori. «Ma con ragazzi così giovani bisogna avere pazienza, tra quattro-cinque anni loro stessi faranno grande la Roma, ne sono sicuro. Da questa stagione non mi aspettavo niente perché non conoscevo il calcio italiano in profondità come adesso e non ho mai parlato di un obiettivo. Volevo fare un gioco diverso, per me sono tutti migliorati, chi vuole può anche non vederlo». Sul carro sono rimasti in pochi.