Il caso che infiamma Udinese-Lazio esplode quando mancano 15 secondi al termine dei 4 minuti di recupero concessi da Bergonzi nel secondo tempo.
Gonzalezche è in netto anticipo sul pallone e dà le spalle all'arbitro, si ferma. Marchetti addirittura si allontana dalla porta. Però Bergonzi fa segno di non aver fischiato lui e Pereyra deposita in rete a porta vuota. A quel punto si scatena il finimondo: Dias è tra i più agitati e rimedia subito il rosso. In campo entra chiunque, compreso il ds Tare e alcuni dirigenti friulani che si fiondano sul terreno di gioco dalla tribuna. Proprio Tare, prima di cercare di calmare i giocatori, si scontra con i colleghi dell'Udinese e c'è chi vede anche mani al collo. Al tempo stesso, in mezzo al campo, il responsabile della comunicazione della Lazio, Stefano De Martino, viene coinvolto nel parapiglia generale e sembrerebbe rimediare anche uno spintone. I giocatori non credono ai loro occhi. Secondo Scaloni il fischio incriminato, che è stato avvertito distintamente nella tribuna centrale, sarebbe arrivato addirittura dalla panchina dell'Udinese. Non a caso il terzino argentino è tra i più scatenati. Va a parlare col quarto uomo Giannoccaro, che sembra assicurargli che il gol non è stato convalidato e che si riprenderà scodellando la palla a centrocampo. Niente di tutto ciò. Per Bergonzi il 2-0 è valido. A quel punto Scaloni non ci vede più, continua a protestare e rimedia un cartellino giallo che comunque non lo placa. A bordo campo è anche Matuzalem, sostituito nel corso del primo tempo, a urlare tutta la sua rabbia. Quando Bergonzi capisce finalmente che è impossibile far riprendere il gioco fischia la fine. A quel punto Marchetti corre verso di lui, gli urla qualcosa, l'arbitro fa finta di niente e il portiere gli molla uno spintone. Bergonzi si gira, gli risparmia sanzioni immediate ma segna tutto sul suo referto. Davanti alle telecamere sia Guidolin che i suoi giocatori negano di aver sentito niente. In realtà qualcuno in campo aveva anche esultato pensando che la gara fosse finita. Negli spogliatoi arrivano le ammissioni: tutti avevano avvertito il triplice rischio. Domizzi si spinge oltre: «Inizialmente Bergonzi ci aveva detto che non avrebbe convalidato il gol e che avrebbe ripreso il gioco e subito fischiato la fine». La Lazio preferisce non commentare l'episodio, meglio star zitti per evitare accuse durissime alla gestione del finale da parte della terna. Reja viene fermato dai cronisti, si limita a riepilogare l'accaduto e mostra tutto il suo disappunto per la reazione dei suoi giocatori che potrebbe rendere ancora più drammatica la conta dei disponibili. Oltre al danno, la beffa. In caso di arrivo a pari punti con due e più squadre, se la classifica avulsa non dovesse essere sufficiente a determinare il posizionamento finale, entrerà in scena la differenza reti. E quel gol preso «per sbaglio» potrebbe risultare ancora più indigesto.