Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Domenico Latagliata Facile facile.

default_image

  • a
  • a
  • a

Eanche se Conte continua a predicare calma, diventa difficile immaginare una Juve che butti via il tricolore dovendo ospitare il Lecce mercoledì, andando poi a giocarsela contro il Cagliari a Trieste e ricevendo infine un'Atalanta già salva domenica 13 maggio: ai bianconeri basteranno sei punti su nove per conquistare quello che ancora ieri Conte ha definito «un sogno». «Abbiamo trovato il gol subito ed è stato un bene - ha detto l'allenatore bianconero negli spogliatoi dopo la vittoria ottenuta al Silvio Piola - Il facile però arriva al novantacinquesimo: abbiamo visto il Novara contro la Lazio com'era animato. Noi stiamo bene, questa è una squadra che gioca veramente un bel calcio: l'abbiamo dimostrato una volta di più». Verissimo. Sotto gli occhi di Boniperti e Platini, comunque, la partita non è quasi mai iniziata. Troppo superiore la Juve, troppo impaurito il Novara. Con in campo Giaccherini e con Borriello centravanti al posto di Quagliarella, la Signora prende subito possesso del match. Affamata, aggressiva, desiderosa di soffrire il meno possibile. Appena dopo il quarto d'ora ed è già gol: punizione di Pirlo spostato sulla sinistra, tocco di controbalzo al volo di Vucinic con il piede sinistro e palla all'incrocio dei pali. Una perla vera, cui ne sarebbero seguite altre. Così, dopo aver mancato in altre quattro occasioni il bersaglio con Marchisio, Lichtsteiner, Giaccherini e lo stesso Pirlo, i bianconeri passano ancora con un colpo di testa di Borriello su cross di Giaccherini: per l'ex giallorosso, secondo gol in meno di una settimana e la sensazione di avere finalmente fatto pace con i tifosi. A quel punto era chiaro che il match fosse già in ghiacciaia e l'inizio della ripresa lo conferma: gol di Vidal, lesto a riprendere una conclusione di Vucinic respinta da Fontana, e poi doppietta di Vucinic, lui pure bravo a riprendere una respinta corta del portiere su un destro di Giaccherini. Fine della corsa, ovviamente, con conseguente attenta gestione del gruppo e sostituzioni per Vidal, Marchisio e Vucinic in vista dei prossimi impegni contro Lecce e Cagliari. Nel finale c'è stato appena il tempo di prendere nota di un paio di tentativi da lontano del Novara, di tre occasioni sciupate da Elia (proprio lui: l'olandese scomparso da mesi) per diventare il diciannovesimo marcatore stagionale bianconero, e di un palo colpito su punizione da Pirlo a tempo scaduto. Alla fine, una domenica tranquilla che aggiunge tre mattoni pesantissimi alla casa costruita in tutti questi mesi: «Siamo davanti e padroni del nostro destino – ha recitato Conte - Siamo imbattuti da 35 partite, ma c'è sempre qualcuno che ci ha obiettato qualcosa come i toppi pareggi ottenuti in una certa fase della stagione: questo ci ha dato forza e cattiveria per arrivare a tanto» Poi Conte ha dedicato un pensiero a due giocatori: Borriello e Bonucci: «Marco è stato scelto serenamente, sta bene ed è al pari degli altri. È ormai coinvolto nel meccanismo di gioco e sta facendo bene. Poi è stata una scelta facilitata anche dai problemi agli adduttori che Quagliarella e Del Piero hanno riscontrato in settimana. Questo è un gruppo che è cresciuto in maniera esponenziale. Non voglio cantare vittoria, ma qui tutti danno il 110% e io sono serenissimo quando scelgo un giocatore invece di un altro. Bonucci sta diventando uno dei migliori del nostro campionato, ci sta mettendo la cattiveria e la concentrazione giusta». La testa va a mercoledì: «Un'altra partita della vita».

Dai blog