Miccoli risponde a Legrottaglie
o.Nel calcio è il momento dei saluti. C'è quello di Guardiola di cui parla tutto il mondo. E, molto più in piccolo, c'è quello di Edy Reja alla Lazio. Niente di ufficiale, in realtà, ma le parole dette dal tecnico ieri, alla vigilia di Udinese-Lazio, rappresentano una prima mezza ammissione ufficiale di quello che tutti sanno ma nessuno può ancora confessare. Sì, perché fino a ieri si era rimasti ancora a quel «resto l'allenatore della Lazio, anche in futuro» detto dal tecnico dopo la famosa settimana delle dimissioni, a fine febbraio. Invece, commentando la «stanchezza» di Guardiola, stavolta Reja ha fatto un passo avanti: «Posso capire il tecnico del Barcellona - ha spiegato - anch'io so cosa significa dover reggere sempre la pressione di una piazza importante, lavorare tutti i giorni della settimana, senza un attimo di sosta. Ma fin quando avrò lucidità e capacità, la mia intenzione è quella di andare avanti, anche se non so se sarà qui»... In realtà il goriziano lo sa bene: il suo contratto è in scadenza e non verrà rinnovato, neanche in caso di raggiungimento della Champions. Ma arrivare terzo significherebbe uscire di scena da vincitore, da eroe. Quello che, in fondo, non è riuscito neanche a Guardiola. Certo non sarà facile, nonostante il «favore» della Roma che ha frenato il Napoli e consevato, al momento, il terzo posto dei biancocelesti Perché la Lazio vista in campo nelle ultime settimane difficilmente potrà conquistare sul campo i punti necessari all'impresa. E di occasioni d'oro ne sono state già buttate via tante. Ora c'è quella che, senza timori di smentita, può essere considerata come l'ultima chance: la trasferta a Udine. «È uno scontro diretto - ha ammesso Reja - e come tale sarà decisivo, per l'una o per l'altra compagine. Le ultime sconfitte non hanno scalfito la convinzione nello spogliatoio, il sostegno dei tifosi ci ha caricato ancor di più, vogliamo far loro un regalo, abbiamo due settimane per agguantare il "Paradiso", spero di arrivare all'ultima giornata, contro l'Inter, ancora in corsa per la Champions». Sempre Guidolin, sempre l'Udinese sulla strada della Lazio. L'anno scorso lo sprint fu vinto dai friulani. Cosa fare stavolta per non rivivire lo stesso epilogo? «Innanzitutto non sbagliare i rigori - ha scherzato Reja ricordando il fatale errore di Zarate - e poi recuperare un po' di quella buona sorte che con Juve, Lecce e Novara ci è mancata. Ma io sono ottimista, di solito queste cose nel calcio si compensano». Reclama un aiuto dall'alto, Reja. Come aveva fatto, senza fortuna, anche alla vigilia della gara del Piola. Per non lasciare nulla di intentato, comunque, ieri ha Formello si sono visti anche il presidente Lotito e il ds Tare, impegnati a chiedere un ultimo sforzo alla squadra per centrare il prestigioso traguardo. Tecnico, patron e direttore sportivo a pochi metri l'uno dagli altri. Una scena che difficilmente si rivedrà di nuovo.