Quattro partite al termine del campionato, ma c'è già tanta voglia di ricominciare.
«Dobbiamoessere sereni», il messaggio di conforto del capitano giallorosso, che al mensile «La Roma» traccia un bilancio parziale del primo anno «americano». A partire proprio dalla dirigenza: «I nuovi manager mi sembrano determinati a far diventare grande questa società, Baldini è un grande dirigente e ha voglia di vincere. Così come Sabatini, una presenza costante nello spogliatoio. Tempi del progetto? Siamo in quelli giusti: il primo anno non è facile, soprattutto quando c'è un cambiamento cosi radicale». Poi il rapporto con Luis Enrique: una crescita esponenziale formatasi nel tempo: «Il mister è una persona particolare, un uomo leale e vero, che ti trasmette tutto quello che gli passa per la testa. Gli puoi dire tranquillamente quello che pensi: lo accetta senza problemi. Una persona diversa dalle altre, su cui ci si può contare sempre». Dall'allenatore ai nuovi acquisti, il giudizio di Totti val sul personale: «Osvaldo è un "animale", Lamela ha un grande futuro, Pjanic è di un altro pianeta, Bojan un peperino, Gago è formidabile, Heinze un guerriero, Borini è elettrico, Jose Angel misterioso, Marquinho sorridente, Stekelenburg saracinesca, Kjaer professionista». E quando si parla di Totti?. «Spero di giocare il più a lungo possibile, sempre che riesca mantenermi in condizione. Ma tanto dipende da me». Mentre gli strisconi di dissenso campeggiano sotto il sole di Trigoria, il numero dieci è uno dei pochi che riceve applausi mentre esce dal centro sportivo. Ma il pensiero per i tifosi continua ad essere lo stesso: «È stato un anno di transizione, i romanisti si aspettano ovviamente che questa situazione si evolva positivamente. C'è un grande progetto per il futuro: proprio per questo dico che dobbiamo essere tutti sereni. Siamo tutti sulla stessa barca, a cominciare dal sottoscritto. Roma merita di vincere qualcosa».