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«La Roma non è un flop Champions al Napoli»

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L'ex azzurro anticipa la sfida e dà consigli per il futuro «Sabatini pensi alla difesa, Mazzarri va confermato»

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Commentatoretelevisivo, talent scout e osservatore per numerosi club italiani, è ricordato a Roma per il famoso gesto dell'ombrello mostrato alla curva sud nel Roma-Napoli del 1987. Chiarito il suo rapporto con i tifosi giallorossi, parla con piacere della sfida di oggi e, soprattutto, del futuro dei due club. Roma-Napoli: gara dei rimpianti? «Mamma mia quante occasioni perse da entrambe le parti. Soprattutto per il Napoli». Per lei poi è sempre una partita speciale. «Certo, sono due città che amo. Ora però così mi fai sentire vecchio (ride)». Quindi più colpe del Napoli rispetto alla Roma? «In Champions ha perso un'infinità di energie, altrimenti avrebbe lottato per lo scudetto. Non so se sia una colpa: il carattere, l'organizzazione di squadra e il gioco espresso quest'anno sono stati straordinari. Di Matteo è in finale di Champions League. Sapete cosa significa? Il Napoli si è battuto con grande forza, l'anno prossimo sono sicuro che andrà ancora più avanti in Europa». E la Roma? «È figlia di quello che si sta costruendo. Certo che c'è tanto da lavorare, ma sono affascinato dal potenziale». Ultima chance per la Champions League? «Se i giallorossi vinceranno domani li considero ancora in corsa». Lazio, Napoli, Inter, Udinese e Roma. Chi la spunterà alla fine? «Dico Napoli. Se non perde all'Olimpico ha il calendario più semplice. Lazio, Udinese e Inter stanno facendo fatica». Colpa della mediocrità del calcio italiano? «Mi sembra una leggenda. In tutta Europa sono sempre due le squadre che si battono per il titolo. Il resto è lo stesso ovunque: credo che il nostro campionato sia in crescita». Si aspettava tutte queste difficoltà per Baldini&Co? «Sarò uno dei pochi ma dico di sì. Non in senso negativo: non ho mai pensato che potessero arrivare tra le prime tre». In molti la pensano diversamente. «Arrivare il primo anno in Europa League è un fallimento? Diamo tempo al tempo, la pazienza è la virtù dei forti». Confronto Luis Enrique-Mazzarri? «Walter ha fatto bene da subito. Luis Enrique, se riuscirà a portare la squadra in Europa League, avrà fatto comunque un campionato positivo». Sono due allenatori che potrebbero cambiare panchina a fine anno? «Spero che Mazzarri rimanga per il bene del Napoli. Sullo spagnolo è stata fatta una scelta precisa da parte della dirigenza. Altrimenti avrebbero avuto già la possibilità di mandarlo via». Chi toglierebbe alla Roma e metterebbe nel Napoli? «Faccio fatica ad inserire qualcuno in quell'attacco e a centrocampo. La difesa azzurra può sicuramente essere migliorata, certo quella della Roma...». Cosa non ha funzionato nel progetto romanista? «Non voglio abusare anche io di questo termine. Capisco i tifosi, ma voi siete proprio sicuri che sia stato un insuccesso totale? Lamela, Pjanic, Osvaldo e Borini mi fanno pensare di no». Chi l'ha stupita di più? «Senza dubbi Lamela. Deve migliorare tanto, ma sta facendo bene. Ma quanti giovani interessanti ha questa squadra? Inseriti con gente di personalità come Osvaldo e Totti si cresce tanto». Lamela come Edu Vargas. È d'accordo? «No, Vargas è un buon giocatore, ma non chiamatelo giovane. Ha ventitrè anni, credo che il campo stia parlando per lui. Dovrebbe sfruttare meglio quei pochi minuti che ha a disposizione». Pensa che la proprietà americana giallorossa abbia dei punti di accordo con quella partenopea? «La capacità di investimento pronta ad essere utilizzata negli anni. Forse per il Napoli sarà più semplice perchè ha meno bisogno di stravolgere». Dove va rinforzata la Roma? «La difesa va rifondata in toto, De Rossi deve giocare a centrocampo ragazzi, non scherziamo. Bastano quattro-cinque giocatori di livello per fare il definitivo salto di qualità». De Laurentis riuscirà a trattenere Hamsik, Lavezzi e Cavani? «Su questo lui è intransigente. Poi è chiaro che dipende molto anche dai giocatori. Se ti offrono un ingaggio doppio poi diventa difficile». Si dice che il presidente si fidi molto di lei. «Ah sì? (ride). Io sono un tipo tranquillo, lui è un po' fumantino, diciamo che la lealtà ci ha sempre unito». Quindi non diventerà il nuovo ds del Napoli? «Non possiamo mischiare l'amicizia con il lavoro». Giocatori pronti per l'Italia? «Purtroppo qualcuno ci arriva sempre con qualche anno di ritardo. Ho letto di Dedè, sicuramente un ottimo giocatore ma adesso ha una valutazione fuori mercato». E Dodò? «Lo conosco bene e so quanto vale. C'è sempre da capire quanto saranno disposti ad aspettarlo. Le qualità ci sono però si è disposti a rischiare ancora una volta di affidargli una maglia da titolare per tutta la stagione?». Si sente con Sabatini? «Walter è un grande, una delle prime persone che ho conosciuto nell'ambiente. Mi ricordo nel '77 a Perugia eravamo in cinque a giocarci un posto. Lo apprezzo e conosco da una vita». Un pronostico per sabato? «Sono scaramantico, non posso... ». Neanche l'uomo partita? «No, anzi sì. Dico Inler».

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