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Guardiola lascia il Barcellona «Stimoli finiti, ora mi fermo» Al suo posto Tito Vilanova

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«Sonostanco, il mio ciclo è finito - ammette - già a dicembre l'avevo comunicato alla società, ma non potevo dirlo alla squadra, c'erano ancora troppi obiettivi in ballo». Accanto al tecnico ci sono il presidente Rosell e il responsabile tecnico Zubizarreta, in prima fila tutti i suoi giocatori tranne Messi che evita di partecipare alla conferenza di addio. «Prima o poi tornerò ad allenare - confida Guardiola - ma adesso non ho voglia». Niente rinnovo di contratto per il catalano che mette fine alla meravigliosa avventura azulgrana. «Sono stato un giocatore del Barcellona prima di diventare allenatore, questa è casa mia. Quattro anni da tecnico del Barcellona sono un'eternità - aggiunge - a ottobre avevo già parlato con il presidente, a dicembre avevo ribadito la mia intenzione. Ho potuto prendere questa decisione con calma, non avrei mai voluto creare problemi all'ambiente. Quattro anni sono 4 anni - ripete Guardiola - sentire la stanchezza e la pressione è normale: il tempo è passato, un ciclo si chiude. Ho capito che il mio percorso era finito, sono felice di quello che ho fatto e di quello che ho ottenuto. Me ne vado con la consapevolezza di aver dato il massimo». È un addio commovente, quando il tecnico inizia a parlare dei suoi ragazzi gli occhi si inumidiscono. «Ho cercato di allenare i miei giocatori con il massimo impegno e la passione - afferma con un filo di voce - ho avuto il privilegio di allenarli, dal primo all'ultimo giorno mi hanno permesso di godermi la mia professione. Li ringrazio tutti, nessuno capirà cosa significhi immaginare una partita e vedere che tutto quello per cui hal lavorato durante la settimana viene messo in pratica dai tuoi ragazzi». Lascia una pesantissima eredità a Tito Vilanova, allenatore del Barcellona B che all'inizio della stagione aveva preso il posto di Luis Enrique. «Tito darà cose che io non posso dare - assicura - non perché io non le abbia, ma perché le aspettative sono alte e un allenatore deve essere forte, avere l'energia da trasmettere ai giocatori». Guardiola se ne va. Lascia tredici trofei nella bacheca e un vuoto incolmabile. Messi, uomo più rappresentativo della squadra, saluta il suo allenatore attraverso Facebook. «Voglio ringraziare Pep con tutto il cuore per quello che mi ha dato a livello professionale e personale - scrive Messi di proprio pugno - ho preferito non essere presente alla conferenza, ho preferito tenermi lontano dalla stampa celando la tristezza che sto provando». Dal ct della nazionale Cesare Prandelli al vecchio maestro Carlo Mazzone, tutti hanno speso una parola sull'ormai ex tecnico del Barça. «Spero che porti la propria mentalità da noi - ha dichiarato il ct azzurro - mi auguro di vederlo presto sulla panchina di un club italiano». Mazzone gli rinnova i complimenti invitandolo nella capitale. «Esce momentanemente di scena un grande - commenta l'ex tecnico di Roma e Cagliari - mi auguro di vederlo un giorno sulla panchina della Roma per poter sviluppare quel gioco meraviglioso che ha mostrato in questi anni a Barcellona». In realtà, se proprio il tecnico dovesse rinunciare al suo anno sabbatico, per lui sono pronti a costruire ponti d'oro Chelsea e Milan. Opzioni remote, ma se ne parlerà molto nei prossimi mesi.

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