Evviva il lancio del telefonino
No, non provateci con il costosissimo smartphone che vi fa incazzare ogni volta che si impalla. E non serve neppure fare gli Ercoli lanciando quei mattoni di cellulari di 25 anni fa, quelli che pesavano quattro chili. Il modello omologato è solo uno, quello obsoleto che tutti abbiamo posseduto una volta nella vita e prodotto da una famosa azienda finlandese, non a caso la stessa che una decina di anni fa varò il Campionato Mondiale di Lancio del Telefonino. Anche se per Londra 2012 non si farà in tempo, prima o poi potremmo gustarci la competizione pure alle Olimpiadi, perchè si tratta di una vera disciplina sportiva, il cui record iridato è superiore agli 89 metri (guardacaso sempre di un finnico, glorioso popolo di giavellottisti), mentre quello italo-padano è di un ragazzo di Monza: 65 metri e 53 cm. Il primo maggio, davanti al mare marchigiano di Porto Sant'Elpidio, si vara la quarta edizione (a tappe) del Campionato Nazionale. Gli organizzatori parlano di un "efficace rimedio contro lo stress ai tempi della crisi", ricordano che la regola prevede lanci solo con gli arti superiori e con un apparecchio sprovvisto di batteria (per rispetto dell'ambiente), e che i campi da gioco sono in sabbia, erba, terra e perfino cemento, lì dove lo schianto del cellulare (comunque da rottamare) suonerà molto più liberatorio degli squilli con cui ci aveva ossessionato, sopratutto quelli che anticipavano la voce della partner, sempre carica di sospetti e dubbi («Dove sei? Perché non mi rispondi? Perché era spento? Sei con quella ******, vero?»). Sì, dovremmo tutti iscriverci al torneo, ricordando i tempi aurei in cui questo diabolico arnese non ci avvelenava la vita, quando potevi dire di essere ovunque, libero come l'aria, anche se non combinavi mai nulla di losco. Il tempo in cui se volevi telefonare dovevi utilizzare le cabine. Ma quelle, grazie a Dio, erano sempre fuori uso.