Si era affidato anche a un aiuto dall'alto, Edy Reja alla vigili
Unmodo per richiamare l'aiuto di una buona sorte che, però, da quell'orecchio sembra proprio non sentirci. Ma sarebbe tremendamente riduttivo analizzare la sconfitta della Lazio a Novara, la settima in nove trasferte di campionato nel 2012, semplicemente con la sfortuna. Il tecnico ci prova, tra gli sguardi allibiti di chi ascolta. «Evidentemente non è l'annata giusta per la Lazio - esordisce nel dopogara il goriziano - è un momento che ci sta girando male, non so proprio con chi prendermela, con noi stessi, forse. Abbiamo creato almeno 5-6 palle gol e poi nel calcio, se non concretizzi, queste cose le paghi. La porta sembrava stregata». Un punto tra Lecce e Novara (il Napoli, affrontando le stesse avversarie, ne ha fatti sei) è però troppo poco per poter sperare di arrivare in Champions League. Specie se la cosiddetta «sfortuna» sta mettendo sulla strada della Lazio una serie infinita di match point per chiudere il discorso e i biancocelesti continuano a inciampare piuttosto che accelerare. Sfortuna? Infortuni? Troppi impegni? Basterebbe avere un po' di memoria per ricordare il campionato dell'anno scorso e capire che certe scusanti reggono poco. C'era stato un momento, dopo la vittoria a Catania, in cui era quasi più facile centrare il traguardo che fallirlo. Eppure la Lazio mancò ancora una volta nelle occasioni cruciali: negli scontri diretti con Udinese e Inter. Guarda caso, gli stessi che arriveranno nelle prossime giornate. Dodici mesi dopo in più ci sono solo gli alibi, ma i difetti della squadra biancoceleste sono rimasti gli stessi: poco cinismo, condizione fisica approssimativa, seconda fase della stagione a rifiatare dopo un ottimo avvio. E anche un tecnico che, quando il risultato diventa fondamentale, commette qualche errore di troppo. Proprio come i suoi sotto porta. «Io nella Champions ci credo ancora», dice Reja. Non potrebbe essere altrimenti. In fondo la classifica mette sempre i biancocelesti in una posizione di vantaggio. Ma il «tesoretto» si è ridotto a un solo punto sul Napoli e a tre sull'Inter. Le due formazioni che, tra calendario e trend, sembrano rimaste le più temibili nella corsa al terzo posto. Le possibilità di sbagliare stavolta sono davvero finite: «Ci giochiamo tutto negli scontri diretti, a partire da quello con l'Udinese di domenica». Per il quale non rientreranno ancora Lulic e Klose («ma il tedesco spero di riaverlo il prima possibile, abbiamo troppo bisogno di lui») e si dovrà fare a meno anche di Candreva. La verità è che facendo i punti quando se n'è avuta l'opportunità ora la gara con i friulani sarebbe meno influente, ma Reja la vede in modo diverso: «Con le assenze di giocatori di qualità non posso pretendere dab quelli che stanno giocando prestazioni straordinarie. Attualmente siamo questi e possiamo fare questo. Ci dispiace per i nostri tifosi ma i miei giocatori devono continuare ad andare avanti a testa alta e col petto in fuori. Non si può assolutamente dire che siamo in crisi». Tanto per non smentirsi, arriva anche la solita recriminazione arbitrale: «Il gol di Kozak non ho capito da chi è stato annullato. Secondo qualcuno il fuorigioco c'era, secondo altri no. Se era irregolare mi sta bene che non sia stato convalidato, ma vorrei solo capire chi l'ha deciso, visto che il guardalinee stava correndo verso il centrocampo e quindi non aveva segnalato nulla». Si pensa a Udine: ancora una volta sarà una formazione da inventare. «Qualcuno sta recuperando, ma perdiamo Candreva che sarà squalificato. Farò la conta e faremo la squadra come abbiamo sempre fatto».