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Lazio che peccato

Bojinov esulta per il pareggio raggiunto nel finale contro la Lazio

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Il piede di Bojinov in pieno recupero spezza il sogno Champions della Lazio. Finisce 1-1 all'Olimpico e il risultato alla fine è giusto perché la squadra di Cosmi se l'è giocata alla pari, non ha mai mollato, però c'è tutta l'ingenuità della banda biancoceleste capace di segnare al 37' della ripresa senza riuscire a conservare il prezioso risultato che avrebbe avuto un peso decisivo nella lotta per il terzo posto. Dopo otto vittorie e otto sconfitte, ecco il pari (l'ultimo il 21 dicembre contro il Chievo sempre in casa) che fa malissimo per le ambizioni di Reja anche perché la sua truppa sgangherata è ridotta ai minimi termini e, a meno di un miracolo, difficilmente riuscirà a restare terza in classifica in queste ultime cinque gare che rischiano di diventare un calvario. Anche ieri la sfortuna si è presentata all'Olimpico sotto forma di contratture, stiramenti, crampi, infortuni vari che hanno costretto la Lazio a giocare il finale di partita con la lingua di fuori. All'orizzonte poi ci sono tanti impegni ravvicinati che non agevolano nemmeno i recuperi di una squadra stagionata e con troppi pezzi fuori uso. Tornando alla partita, c'è veramente poco da dire. Basta rivedere il film della sfida contro il Cagliari: ottanta minuti di attacchi sterili (da segnalare solo una traversa di Candreva, un tap-in fallito da Rocchi e un colpo di testa sul fondo di Biava), il gol trovato con una «capocciata» di Matuzalem e la strenua difesa del sudato vantaggio. Ma contro i sardi andò bene con una parata miracolosa di Marchetti nel recupero, stavolta la Lazio ha commesso lo stesso errore ed è stata punita da una disattenzione difensiva che costa due punti. Inutile rivisitare i minuti di recupero con un contropiede forzato da Candreva quando sarebbe stato più utile tenere il pallone e una difesa imbambolata che concede ai leccesi almeno tre conclusioni verso la porta, perché fa solo male. Il destro chirurgico di Bojinov ha fatto il resto così come è apparsa fuori luogo e per certi versi provocatoria l'esultanza di Cosmi per il pari. Nel cuore della sfida una serie di infortuni che hanno penalizzato una Lazio già priva di Konko, Radu, Stankevicius, Brocchi, Mauri, Lulic, Kozak e Klose. Dopo dieci minuti si è fatto male Hernanes che stoicamente è rimasto in campo per tutto il primo tempo prima del ventunesimo cambio stagionale. Una contrattura o forse qualcosa di più, di certo il brasiliano non ha potuto dare il suo contributo: e uno. All'inizio del secondo tempo si è accasciato Biava (crampi) tanto che Dias ha cominciato subito a scaldarsi a bordocampo, mentre Alfaro, entrato trenta minuti prima, si è fermato per un problema muscolare poco dopo la mezz'ora costringendo Reja a inserire Cana: e due. Matuzalem ha segnato il gol dell'illusione, è rimasto a terra e il tecnico lo ha sostituito con Dias commettendo forse l'errore fatale: e tre. Il difensore brasiliano, infatti, è stato sfortunato protagonista dell'azione decisiva con una chiusura ritardata e soprattutto ha costretto la squadra a chiudersi senza fare i conti con l'orgoglio di un Lecce meritevole della salvezza per quanto sta facendo. Ecco il mix letale: infortuni, gestione sbagliata dei minuti finali, rosa ormai troppo corta per puntare al bersaglio grosso, la Champions appunto anche se le concorrenti annaspano. Ora il Novara tra 48 ore, senza la possibilità di recupero, con le residue energie da mettere sul campo. Ma gettare il cuore oltre all'ostacolo a volte ti premia, altre non basta per salvare la pelle.

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