Cinque gare per salvare la stagione giallorossa
Nel«tutto» quest'anno c'è davvero tutto: c'è una stagione da dimenticare partita con un'eliminazione imbarazzante dall'Europa, due derby persi, tredici sconfitte in campionato e una serie di «imbarcate» come quella di domenica sera a Torino che lasciano il segno. Ed è un solco profondo che difficilmente i tifosi riusciranno a dimenticare in fretta, a meno che in queste ultime cinque partite la Roma non riesca a dimostrare qualcosa. Complicato dire al momento cosa, ma almeno di aver capito in che direzione bisognerà andare in futuro. Poche al momento le cose da salvare di un gruppo troppe volte andato allo sbaraglio e che ha dimostrato ancora una volta di aver meno testa che gambe. E se continuiamo ad assolvere il tecnico dal punto di vista tecnico-tattico (oggettivamente alle prese con materiale in alcuni casi scadente... anche se errare è umano ma perseverare è diabolico), non possiamo fare altrettanto per quanto riguarda l'atteggiamento e l'autostima di questo gruppo. La vera differenza con la Juve (che comunque va a un'altra velocità) è la testa. Il gruppo di Conte ha una cattiveria e un vigore agonistico impressionante: e quella è roba che non si insegna con l'iPad sul campo. No, quella è una cosa che l'allenatore deve trasmettere a una squadra che deve forgiare a sua immagine e somiglianza. Ecco, questo Luis Enrique non lo ha fatto e l'alibi offerto dalla dirigenza sulle «mancanze» del mercato è comprensibile, ma non credibile: o almeno non del tutto. Ora, in queste ultime 5 partite, la differenza la deve fare lui. Altrimenti continuare a sostenerlo sarà impossibile.