Gli ultras bloccano Genoa-Siena
Follia ultrà a Genova. Era un'immagine di due anni fa, Italia-Serbia e Ivan Bogdanov protagonista. È tornata come un fantasma - il più brutto del calcio - per un Genoa-Siena che decideva di promozione e salvezza. Anche questa volta a Marassi l'hanno fatta da padroni gli ultrà, genoani e non serbi, fermando la partita 45' e non facendola sospendere definitivamente. Rabbia e sdegno del calcio è però lo stesso. «Vergogna», grida tre volte Petrucci. «Mai più quelle persone dentro uno stadio». Mentre è polemica tra Questore e Preziosi su chi abbia ceduto alla richiesta degli ultrà di far spogliare i giocatori delle maglie, e il presidente del Genoa si augura una lunga squalifica del campo per poter giocare in tranquillità, lontano da Genova. Tre gol subiti dal Siena nel primo tempo e uno a inizio ripresa hanno gettato il Genoa nel dramma sportivo e fatto scattare una contestazione dei tifosi di livello tale da ricordare quella di Italia-Serbia, con la partita sospesa per il lancio di fumogeni e bombe carta. Stesso stadio, stesso clima: gli ultras genoani come quelli serbi, che in cima alle recinzioni, guidati da 'Ivan (Bodganov) il Terribilè, costrinsero l'arbitro ad annullare la gara minacciando l'invasione di campo. Oggi al Ferraris è successo più o meno la stessa cosa. La gara è stata interrotta per 45' minuti, al 9' della ripresa, poi è ricominciata. Per «motivi di sicurezza» ha poi detto l'allenatore del Siena Sannino, spiegando che è stato chiesto di ricominciare per non fare salire ancora di più la tensione. Il Siena ha trascorso l'attesa negli spogliatoi, uscendo tra gli applausi, su richiesta delle forze dell'ordine, che avevano anche suggerito al Genoa di restare sul prato. La contestazione è esplosa poco dopo l'intervallo, quattro minuti dopo il quarto gol del Siena, che nel primo tempo ne aveva fatti tre con una facilità disarmante. Doveva essere la partita della riscossa per il Genoa, doveva servire a fare punti per allontanare l'incubo della retrocessione. Invece il primo tempo è finito 0-3 per i gol di Brienza (2) e Destro. Al quarto, di Giorgi, i tifosi estremisti hanno prima iniziato a insultare l'allenatore rossoblù Malesani, poi i giocatori. Poi la follia, la scelta di bloccare tutto, arrivata subito dopo l'entrata in campo di Kaladze al posto di Sculli. Un centinaio circa di estremisti si è spostato dalla "Gradinata Nord", dietro la porta, fino al lato dei Distinti, dove c'è l'ingresso degli spogliatoi. Hanno cominciato a lanciare fumogeni e bombe carta in campo, sono saliti sulle recinzioni, hanno minacciato una invasione di campo. Come per Italia-Serbia L'arbitro Tagliavento ha fermato subito la gara, i giocatori si sono radunati a centrocampo e sul Ferraris è calato un clima surreale. Molti tifosi del settore 'invasò si sono allontanati impauriti, tra loro tante famiglie con ragazzini al seguito. Gli stewards hanno cercato di controllare la situazione, ma non sono riusciti ad evitare l'invasione nei distinti. Quella in campo sì. Uno di loro però è rimasto ferito. Dagli spalti hanno così cominciato a piovere in campo minacce e urla portassero fino alla richiesta di una umiliazione pubblica dei giocatori: che si levassero la maglia, non erano degni di portarla. In molti hanno acconsentito. Inutile il tentativo di capitan Rossi che è andato a parlamentare con gli ultras, inutile il lungo faccia a faccia di Sculli con i tifosi. Inutili le urla di Frey, che si è però rifiutato di cedere alle richieste degli esagitati: «questa maglia è mia. Mia!» ha detto battendosi la mano sul petto. A centrocampo le maglie sono state levate, appoggiate l'una sull'altra, messe in un mucchietto e prese in consegna da Rossi. Una scena umiliante per i giocatori, imbarazzante per il presidente Preziosi, a sua volta sceso sul terreno di gioco. I responsabili delle forze dell'ordine hanno sconsigliato ai giocatori di prestarsi alle richieste dei «tifosi», ma la società ha invece acconsentito. Dopo la lunga, imbarazzante pausa, e una trattativa Sculli-ultrà sotto gli occhi delle telecamere, la partita è ripresa. La notizia del provvisorio vantaggio della Lazio sul Lecce ha un pò rasserenato il clima, ma si è giocata una gara ormai surreale. Il Siena si è accontentato del largo vantaggio e ha pensato a difendersi. Ha anche subito un autogol su cross di Palacio. Il Genoa ha giochicchiato per arrivare in qualche modo alla fine. Il Lecce nel frattempo ha pareggiato incrinando la già delicata posizione dei rossoblù. Ora la B è lì. Ma quel che è peggio, la follia ultrà ha comunque vinto.