Bayern in extremis
Mafra sette giorni al Real Madrid basterà segnare solo un gol. La semifinale di andata termina 2-1, risultato giusto, i tedeschi giocano meglio, creano più occasioni, sciupano molto, ma alla fine passano con Mario Gomez, lesto ad anticipare i difensori spagnoli dopo un'incursione sulla destra di Lahm. Un giallo anima il prepartita. Audace colpo dei soliti ignoti: rubate nello spogliatoio madridista tre maglie da gioco e tre paia di scarpini di Cristiano Ronaldo. In avvio il Bayern gioca con personalità, il Real mette in campo la maggiore esperienza. Al 7' Benzema impegna Neuer con un destro di prima intenzione. I tedeschi fiutano il pericolo e si fanno più guardinghi, il Real é spavaldo come il proprio allenatore ma - di tanto in tanto - rischia. Al 15' Ribery ben servito in area da Kroos, supera Sergio Ramos e va a terra: il francese protesta, l'arbitro lascia correre. Due minuti dopo il Bayern trova il vantaggio, proprio con Ribery che - sugli sviluppi di un angolo - sfrutta una respinta maldestra di Ramos e calcia a botta sicura fulminando Casillas. Davanti al portiere c'é Gustavo, é in fuorigioco, l'arbitro Webb convalida. La squadra di Mou prova a rimettere in piedi il risultato, ma quando il Bayern riparte fa paura: a destra Coentrao soffre le iniziative di Robben, dall'altra parte ci pensa Ribery a far venire il mal di testa ad Arbeloa. Badstuber «abbatte» Di Maria e viene ammonito: la partita non é cattiva, ma quando c'é da mordere le caviglie i tedeschi non si fanno pregare troppo. Robben entra duro su Coentrao, finisce anche lui sul taccuino del direttore di gara. Il Real si muove bene fino al limite, ma quando la palla arriva in area ci pensa il portiere Neuer, bravo a sbrigare un paio di situazioni complicate con due uscite tempestive. Al 39' Benzema rientra sul destro e impegna Neuer, dall'altra parte Casillas limita i danni su un sinistro di Gomez. Nell'intervallo i tecnici non cambiano pedine: si riparte. Benzema, imbeccato da Ozil, si fa chiudere all'ultimo istante da Boateng. Al 51' Robben salta tutti calciando di sinistro alle stelle. La partita é bella, giocata con tecnica e agonismo. Al 53' il Real pareggia: Benzema serve Ronaldo che fallisce un'occasione monumentale. Ma la respinta di Neuer é corta, Benzema calcia in malo modo, il tiro diventa un assist ancora per Cristiano Ronaldo che riprende il pallone a ridosso della linea di fondo, e lo mette in mezzo per Ozil che a due metri dalla porta mette dentro. Uno a uno. Dopo un'ora arriva l'ingresso in campo di Muller: il Bayern riparte. Al 62' Casillas é bravo ad anticipare Gomez in uscita, poi Pepe e Ramos sono costretti a innalzare una muraglia davanti agli uomini in maglia rossa, respingendo di testa qualsiasi pallone. Al 70' Gomez fallisce un gol monumentale dopo l'ennesimo errore di Sergio Ramos, non sfruttando la respinta corta e avventata del difensore spagnolo. Cento secondi dopo ancora Mario Gomez, con un colpo di testa fallisce il bersaglio. Sergio Ramos decide di limitarlo, e lo stende: cartellino giallo. I tedeschi giocano, gli spagnoli picchiano, ma alla fine il Bayern passa. Affondo sulla destra di Ribery, e intervento in scivolata di Gomez che anticipa tutti. Finisce 2-1, si decide tutto fra sette giorni a Madrid. Oggi, intanto, a Stamford Bridge andrà in scena la seconda semifinale tra Chelsea e Barcellona. Catalani favoriti, ma inglesi pronti a riscattare l'eliminazione subìta in semifinale nel maggio del 2009. «C'è ancora rabbia nello spogliatoio ma dobbiamo guardare avanti - afferma Di Matteo - avremo bisogno di due partite perfette per battere la squadra più forte del mondo, ma abbiamo la consapevolezza e fiducia di poter disputare due partite perfette. Sono l'unico italiano rimasto in Champions, terrò alto l'onore del mio Paese». Dall'altra parte Guardiola non nasconde la sua stima per l'avversario di turno. «Di Matteo sta facendo cose egregie - afferma il tecnico del Barça - non credo che cercheranno una vendetta, ma come noi penseranno esclusivamente a qualificarsi per la finale. Sarà una sfida dura, proprio come allora».