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Toti pronto a restare Ma i sogni saranno vietati

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Si,i tifosi che nonostante si sia passati dal pasteggiare con lo champagne e le ostriche ad una più nostrana porchetta con vino dei castelli (da Parker e Bodiroga a Maestranzi e Slokar il palato può risentirne) hanno deciso di esporsi per chiedere a gran voce un futuro per la squadra che un trentennio fa portò nella capitale scudetto e Coppa dei Campioni. Ieri dalla curva due striscioni. Il primo chiaro: «La Virtus non deve morire, Roma sveglia!», l'altro che ricordava l'appuntamento lanciato dai Warriors per un sit-in di sensibilizzazione alla causa che si terrà martedì prossimo in Campidoglio. Cosa questo potrà produrre non è dato di sapere. Certo è che ad oggi nessuno ha bussato alla porta di Claudio Toti. Si sono lette dichiarazioni d'intenti, si è sentito parlare di cordate regionali. La realtà è che la famiglia proprietaria del club è stata per ora lasciata sola a cercare di capire come risolvere il problema. L'impressione è che dietro al silenzio di Toti si celi la possibilità più che concreta che, se nessuno si presenterà alla sua porta, la storia d'amore, tormentato finché si vuole ma che ha anche regalato annate di alto livello, proseguirà. probabilmente con budget ancora più ridotto, la crisi c'è per tutti, per non far morire una società dalle grandi tradizioni come la Virtus. Certo sorprende come a Roma tanti si riempiano la bocca suggerendo da anni a Toti strategie ma poi nessuno abbia provato ad affiancarlo. Strategia simile a quella di chi lo costrinse a rinunciare a sei milioni di euro in quattro anni, suggerendogli di declinare l'offerta del famoso marchio a luci rosse. Il vero tradimento, oggi, potrebbe essere quello di una città che non si preoccupa del futuro del basket. Fab. Fab.

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