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di Ginfranco Giubilo Non si slitta, si recupera.

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Delresto Beretta aveva prima parlato di sostanziale identità di vedute e subito dopo di netta divisione tra i club. Dunque la Juventus, che sulla strada dello scudetto aveva un solo ostacolo apprezzabile, la Roma, si toglierà subito il dente, i restanti cinque turni potrebbe forse giocarli in costume da bagno e infradito. Si litiga e si critica, il tifoso piange sullo strapotere televisivo, ma se i rispettivi colori sopravvivono lo devono soltanto ai soldi che arrivano dal piccolo schermo. Una girandola di ripensamenti sugli orari del turno di recupero, alla fine si è tentato di non scontentare nessuno. Per carità, rispettate quelle regole che avevano fatto slittare la prima di campionato. La decisione è stata presa a maggioranza: quattro voti contro tre. Ma le squadre della Serie A non erano per caso venti? Franco Baldini aveva dunque ragione, quando aveva parlato di scadimento nel ridicolo per le baruffe in Lega mentre il calcio si era ragionevolmente fermato per la tragedia di Pescara. Pure, qualcuno geograficamente non lontano, lo aveva messo a tacere perché, non essendo presidente di club non era autorizzato a intervenire. Certo, Lotito sa benissimo che Galliani, Paolillo, Gino Pozzo, presenti in ogni riunione consiliare, sono tutti presidenti. «Ma mi facci il piacere!», avrebbe commentato Totò, che del senso dell'umorismo era docente universitario.

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