Ciao Petrini

SimonePieretti Un po' diavolo, e un po' angelo: un altro ex calciatore degli anni settanta passa a miglior vita, ed é un'altra vita sacrificata nel fango del Dio pallone. Ieri nel reparto oncologico dell'ospedale di Lucca é morto all'età di 64 anni Carlo Petrini, ex attaccante di Milan, Torino, Roma e Bologna. È scomparso alla fine di una lunga malattia, a causa di una patologia correlata - per sua stessa ammissione - all'esasperato uso di doping. Vinse una coppa dei Campioni con il Milan di Rocco nel 1969 (una presenza contro il Malmoe nel successo casalingo per 4-1), e una coppa Italia con il Torino nel 1971. Il calcio scommesse del 1980 mise praticamente fine alla sua carriera fatta di alti e bassi. È stato un pendolare del calcio, ha viaggiato per tutta l'Italia passando da Verona a Catanzaro, da Terni a Cesena, da Lecce a Varese senza saltare - di tanto in tanto - tappe importanti. Giocò un solo anno nella Roma di Liedholm - a metà anni '70 - collezionando 24 presenze e sei gol. Un calciatore con la valigia, capace di farsi voler bene dai compagni di squadra, un po' meno dai suoi allenatori costretti a limitarlo nella sua esuberante schiettezza, e nei suoi istinti talvolta incontrollati. Una vita sulle montagne russe, conclusa come narratore di verità scomode, e di inconfessabili segreti. Senza essere ingenerosi col calciatore, i suoi libri hanno fatto parlare più dei suoi gol. La sua autobiografia «Nel fango del Dio pallone» é una spietata denuncia contro il mondo del calcio, la rivisitazione del primo calcio scommesse col coinvolgimento di squadre mai condannate nel 1980. Partite comprate e vendute, amicizie sbagliate, eccessi alcolici ed extraconiugali. E poi il doping, in un dettagliato racconto che evoca la vita trascorsa nell'ombra di uno spogliatoio di calcio, le pratiche poco ortodosse, gli stati di eccitazione indotti prima, durante, e dopo una partita di calcio. E ancora, i soldi in nero presi dai club per eludere il fisco, la fine della carriera calcistica dopo il calcio scommesse, un'avventura come allenatore mai decollata, la fallimentare carriera da imprenditore, il successivo l'esilio in Francia per sfuggire ai creditori fino ad arrivare al dramma della perdita prematura di un giovane figlio. Carlo Petrini é stato uno scrittore «maledetto», soprattutto dai tanti personaggi tirati in ballo senza mai fare sconti a nessuno: compagni di squadra, allenatori, dirigenti, presidenti e medici. Nel libro-denuncia «Il calciatore suicidato», racconta la scomparsa del centrocampista del Cosenza Denis Bergamini, morto il 18 novembre 1989 in circostanze pochi chiare. Con questo libro ha di fatto spinto la procura di Castrovillari a riaprire l'inchiesta sul presunto suicidio che - stando alle ultime perizie - suicidio non é stato. Giovane promessa, calciatore affermato, goleador, scommettitore, playboy, imprenditore fallito, scrittore scomodo: Carlo Petrini é stato tutto e il contrario di tutto, ma é stato soprattutto un uomo libero.