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Lazio, una giornata in difesa

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Il giocatore della Lazio Stefano Mauri circondato dai giornalisti all'uscita dalla Procura della Figc

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Oltre otto ore sotto torchio. Tanto sono durate, complessivamente, le audizioni dei laziali Stefano Mauri e Cristian Brocchi davanti al viceprocuratore della Figc Giorgio Ricciardi. La sorpresa sta nel fatto che ad essere durato di più è stato l'«interrogatorio» di Brocchi - ascoltato solo perché citato da Zamperini tra i suoi amici nel calcio - rispetto a quello di Mauri, citato più volte dal «pentito» Gervasoni. Entrambi i giocatori, al momento di abbandonare gli uffici di via Po, erano sereni. «Tutto chiarito - ha spiegato Mauri - l'incontro è durato tanto (3 ore e mezza, ndr) perché mi sono state fatte tante domande. Ai tifosi dico solo di stare tranquilli». Concetto ribadito sul proprio sito ufficiale («Sono sereno, ho massima fiducia negli organismi Federali, spero che la vicenda si chiuda presto») e dai suoi avvocati:«Abbiamo chiarito tutti i punti, ora ci aspettiamo l'archiviazione», ha detto il legale Buceti. Secondo indiscrezioni, le contestazioni a Mauri riguarderebbero solo le accuse di Gervasoni già trapelate dal verbale dell'interrogatorio del 12 marzo davanti alla Procura di Cremona. Compresa l'esistenza di una foto di Mauri con lo «zingaro» Ilievski, che quest'ultimo avrebbe scattato il giorno prima di Lazio-Genoa e avrebbe mostrato per avvalorare la combine. Il laziale non avrebbe negato l'amicizia con Zamperini né la possibilità di aver «posato» con Ilievski, così come con centinaia di altre persone. Circostanze che non proverebbero granché. Cristian Brocchi è entrato negli uffici della Figc intorno alle 13 e ne è uscito dopo quasi cinque ore. A incidere sulla durata dell'audizione i tempi tecnici della verbalizzazione e, pare, anche un guasto di una stampante. L'ex Milan non ha negato la conoscenza con Zamperini ma al tempo stesso ha manifestato il proprio rammarico per essere stato tirato in ballo in virtù di pochissimi elementi. Indicative le sue frasi all'uscita: «I tifosi non devono dubitare di me. È meglio se non aggiungo altro, se no rischio di dire cose spiacevoli». Il suo avvocato Dania Manti ha rincarato la dose: «Abbiamo definitivamente chiarito la nostra posizione. Cristian è un ragazzo dedito allo sport, è una figura specchiata, icona per la gioventù e desiderava dimostrare la sua innocenza». Ma ieri è stata anche la giornata del terzo, lunghissimo interrogatorio di Carlo Gervasoni. Arrivato appena due minuti dopo Mauri, il grande accusatore è rimasto in Figc per 10 ore e avrebbe ribadito tutto l'impianto accusatorio riguardante, in particolare, le presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio. Non c'è stato alcun confronto all'americana con i laziali ma gli uomini di Palazzi avrebbero fatto la spola tra le stanze dove si tenevano in contemporanea gli interrogatori per verificare eventuali nuove rivelazioni. Sorpresa in extremis è stata l'aggiunta nell'elenco iniziale delle audizioni di Marco Rossi, capitano del Genoa, finora mai citato nella vicenda calcioscommesse. Sarà sentito il 19 aprile, presumibilmente sempre sulla gara con la Lazio, e chiuderà un ciclo di incontri che riguarderà soprattutto giocatori di categorie inferiori. Al termine delle audizioni, partirà la corsa contro il tempo per i deferimenti, che dovrebbero arrivare entro fine aprile o al massimo nella prima settimana di maggio. Oltre 50 calciatori e 11 società della massima serie potenzialmente coinvolti: oltre a Lazio, Lecce e Genoa ci sono Atalanta, Bologna, Cesena, Chievo, Novara, Parma, Siena e Udinese. Mezza A trema, il club biancoceleste si dice tranquillo: «I nostri giocatori sono assolutamente estranei - ha detto l'avvocato di Lotito, Gianmichele Gentile - non hanno commesso alcun reato né erano a conoscenza di situazioni illecite».

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