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Giada Oricchio Figlio d'arte, il talento che scorre impetuoso nelle sue vene, i successi nei kart insieme a Hamilton, la prima pole e la prima vittoria in F1 per Nico Rosberg.

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Èservita, in verità, anche un po' di quella fortuna che notoriamente predilige i campioni: Button stava rimontando di gran carriera quando al terzo pit stop un dado canaglia lo ha inchiodato ai box per circa dieci secondi. Arriverà secondo. E così via libera alla Mercedes che riassapora la vittoria dopo 57 anni. L'ultima fu il Gp d'Italia conquistato da Fangio, un paragone portafortuna per Rosberg. In Cina il cielo è coperto, ma non piove e la Ferrari non va oltre i suoi limiti. Alonso nono con onore, combatte come può risalendo fino al quarto posto, Massa addirittura tredicesimo nonostante abbia giocato la carta delle due soste (Alonso tre). E quanta amarezza nel vedere che la F2012 non ha una velocità di punta decente, stretta e costretta tra Sauber e Williams. Unica consolazione: tre Gp, tre vincitori diversi. Lo spezzatino di punti è servito, la Ferrari ha tempo per recuperare. Quando si spegne la luce rossa, la coppia Mercedes scappa, ottimo lo spunto di Rosberg così come quello di Button e Hamilton che guadagnano posizioni. Kobayashi invece, tradito dall'alta quota, viene infilato da ogni parte. Male anche Vettel, mentre alla prima curva c'è subito un tamponamento, senza tante conseguenze, di Senna al bersaglio preferito della F1: Massa. Le strategie per le gomme, determinanti per gli errori, iniziano intorno al decimo giro. La Mercedes richiama Schumacher e rovina la sua corsa. Uno dei meccanici non riesce ad avvitare il dado dell'anteriore destra e si dispera. La costanza del passo, la velocità massima, cui solo McLaren e Sauber si sono avvicinate, lo straordinario comportamento delle Pirelli per nulla sfinite durante e al termine del Gp, fanno pensare che poteva essere storica doppietta. E beffa del destino è l'unico ritirato. Pit lane protagonista anche per Hamilton e Raikkonen, con l'inglese della McLaren che lo surclassa nei metri antecedenti la pista. Per il gioco delle soste Perez e Massa si trovano momentaneamente al comando, ma non ha alcun valore. L'unico che può davvero lottare per la vittoria è Button. Sia con le morbide che con le medie recupera secondi su secondi a Rosberg. Via radio la conferma del suo ingegnere di pista, può farcela (33° giro). E la corsa improvvisamente si infiamma. Infila Perez e Vettel ed è secondo virtuale perché Grosjean deve fermarsi. Ma la terza entrata ai box (39° giro, lo stesso in cui Hamilton entra insieme ad Alonso ed esce prima) gli è fatale. Problema alla posteriore sinistra, è fermo, mentre Rosberg sta costruendo la sua gloria con una strategia di due pit stop impeccabili. Il battistrada è imprendibile (darà 20 secondi a Button), per gli altri, le 20 tornate finali sono un continuo sorpasso. Tutti racchiusi in pochi secondi battagliano per il terzo gradino e più giù. L'ottimo Perez, che in precedenza aveva provato a tenersi dietro il mastino Hamilton, deve rientrare per sostituire le mescole, ingaggia una lotta con Grosjean e Maldonado per l'ottava piazza con Alonso che, undicesimo, vuole sorprenderli. Ma è bagarre anche davanti. Raikkonen è in crisi con le gomme, Vettel che con le unghie e con i denti si è portato tra i primi, sbaglia l'attacco e va largo aprendo la porta a Hamilton e Webber. Ma è un'altra giornata no per il giovane tedesco della Red Bull che senza una macchina nettamente superiore, sembra poco più di un buon pilota. Il bistrattato Webber vince il duello intestino e si prende il quarto posto. Uno smacco inflitto all'ex re nei metri finali. Psicologicamente peseranno. Dell'australiano si ricorderà anche una spettacolare e involontaria impennata sulle due ruote posteriori alla curva 13. Velocità? 230 km/h. Bene a metà la Mercedes, ma chi sorride in Cina è la McLaren. Entrambi i piloti a podio, la vettura ha performance e affidabilità, Hamilton è di nuovo capoclassifica davanti a Button. È la favorita per il Mondiale a patto che la smetta di farsi del male da sola.

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