Quell'auto che bloccava l'ambulanza
PESCARA La corsa contro il tempo per salvare Pier Mario Morosini si infrange contro un auto della polizia municipale, nel piazzale d'ingresso dello Stadio Adriatico. Sono le quindici e trentadue quando il cuore del calciatore amaranto impazzisce. Morosini barcolla, prova più volte a rialzarsi, ma non ce la fa e si accascia sul manto erboso dell'impianto pescarese.L'arbitro è di spalle e non se ne avvede.Gli uomini delle due panchine schizzano in campo per soccorrerlo, mentre il pubblico rumoreggia pensando a una sceneggiata. Poi sugli spalti cala il gelo: Morosini è immobile, riverso sul terreno di gioco, con gli occhi sbarrati. È chiaro a tutti che la situazione è grava, disperata, drammatica. I giocatori di entrambe le squadre si portano le mani ai capelli. Qualcuno piange, mentre i sanitari provano a rianimare il giovane calciatore bergamasco, applicandogli il massaggio cardiaco.Passano i secondi, i minuti, ma l'autoambulanza non arriva.Non può arrivare, perchè il varco d'ingresso riservato al passaggio degli automezzi, posizionato tra la curva nord e la tribuna mMaiella, è ostruito da una Grande Punto dei vigili urbani. Cresce l'impazienza degli uomini in campo. Sale la tensione del pubblico che, sgomento, urla la sua rabbia per il ritardo dei soccorsi. Alcuni giocatori del Pescara corrono all'esterno dell'impianto per sollecitare l'ingresso dell'autoambulanza, ma al centrcampista biancazzurro Verratti non resta che tornare in campo portando a mano una barella. L'ufficiale che ha parcheggiato l'auto in sosta selvaggia se la prende comoda. Così un vigile del fuoco è costretto a sfondare il deflettore della GrandePunto, per consentire ad un gruppo di steward di rimuovere il freno a mano della vettura, spingendola più in là. Sono passati quattro interminabili minuti e finalmente il mezzo della Croce Rossa può fare il suo ingresso in campo, tra gli applausi colmi di speranza del pubblico pescarese. Una speranza che purtroppo, poco più di un'ora dopo, si rivelerà vana. Le lacrime dei calciatori in maglia amaranto, e lo sguardo perso nel vuoto di Zeman, che segue attonito la partenza dell'autoambulanza a sirene spiegate, lasciano trasparire tutta la tragicità del momento. Sugli spalti, non appena si diffondono le prime indiscrezioni sulle dinamiche dei ritardi, gli ultras locali danno sfogo alla propria rabbi. Se la prendono con le forze dell'ordine, indistintamente, lanciando cori ostili all'indirizzo degli uomini in divisa e invitandoli "ad andare a lavorare". Parte anche qualche bottiglia, che si infrange vicino ad un blindato dei carabinieri. Atti inqualificabili e privi di logica.Lo è altrettanto il comportamento di quel vigile urbano che avrebbe dovuto dare l'esempio e non l'ha dato. Difficile stabilire se una maggiore celerità nelle operazioni di soccorso avrebbe potuto salvare la vita di Morosini. Probabilmente no, visto che le condizioni del giocatore sono subito apparse compromesse e il ragazzo non ha mai ripreso conoscenza. «Quando c'è un arresto cardiaco, come in questo caso, bisogna prima effettuare il massaggio cardiaco, per almeno un paio di minuti - ha detto il medico del Pescara Calcio, Ernesto Sabatini - poi, nel caso ci siano segnali elettrici, entra in funzione il defibrillatore che rileva automaticamente gli impulsi; sul campo il defibrillatore non è stato usato, proprio perchè il cuore non ha mai ripreso a battere». Ad ogni modo sarà l'esame autoptico, che potremme essere effettuato già nel pomeriggio di oggi, a confermare o smentire la fondatezza di ogni ipotesi. Quel che è certo è che quella Grande Punto dei vigili urbani non avrebbe dovuto trovarsi dove si trovava. Le forze dell'ordine hanno il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini, non certo quello di ostacolarla, per assicurarsi i parcheggi più comodi.I vertici della polizia municipale pescarese predicano prudenza, e pur ammettendo che l'auto è stata d'intralcio, si difendono sostenendo che la sua posizione non è risultata decisiva per le sorti del giocatore. All'autorità giudiziaria, che ha aperto un'inchiesta, spetta il compito di fare chiarezza in merito alle eventuali responsabilità. L'amministrazione comunale di Pescara ha assicurato la massima collaborazione e ha annunciato l'apertura di un'indagine interna. «Domani prenderò i provvedimenti disciplinari nei confronti dei vigili che hanno lasciato l'automobile davanti all'autoambulanza - ha detto il sindaco di Pescara Albore Mascia che era allo stadio - sono angosciato e distrutto, come uomo e come sportivo, per la tragedia che ha avuto luogo all'Adriatico».