di Gianfranco Giubilo Siamo agli ultimi fuochi, sei giornate alla fine del campionato, tanti premi al traguardo: dal più ambito, il tricolore, ai posti per l'Europa nobile e per quella più plebea della Ligue.
Sofferenzaperfino per formazioni che alla vigilia erano accreditate di non modeste ambizioni, se si guarda al Genoa prodigo di acquisti e alla Fiorentina, due squadre che parevano destinate alla classifica medio-alta. Ma naturalmente gli occhi dei tifosi sono puntati verso la dirittura di arrivo, testa a testa tra le due che dall'inizio della stagione avevano ingaggiato un duello ricco di fascino. Al Milan campione era venuta a proporsi come rivale più insidiosa quella Juventus reduce da un'annata calcistica addirittura avvilente, nonostante i soldi spesi, malamente, sul mercato, alla fine l'esigenza si svendere pezzi pagati a peso d'oro, da Felipe Melo, a Diego, a Sissoko. Ha avuto coraggio la società, hanno regalato frutti insperati nelle dimensioni non soltanto i nuovi arrivati, ma soprattutto quello stadio divenuto fortezza inespugnabile. Il resto lo hanno prodotto la lunga imbattibilità e la rabbiosa voglia di riconquistare le posizioni perdute. Neanche a dire che il Milan, campione uscente, abbia lasciato per strada troppi punti, il suo livello di rendimento è lo stesso che lo scorso anno aveva garantito lo scudetto. Certo, un vantaggio non indifferente lo ha assicurato alla Juve l'opportunità di avere schivato la trappola dell'Europa League, mentre i rivali designati dovevano affrontare l'ancora più gravoso impegno della massima competizione continentale. Tuttavia è fuori discussione che l'invenzione di Del Piero abbia orientato il pronostico verso la Juve: non soltanto quel punto di vantaggio appesantito dalla superiorità nei confronti diretti, ma anche per un calendario teoricamente più agevole rispetto ai rossoneri. Per il Milan, avversari di livello non eccelso, anche se l'Atalanta è in gran forma, però alla penultima quel derby che, nonostante la deludente stagione dell'Inter, rappresenta tradizionalmente un incrocio velenoso. Nel calendario della Juve, a partire dalla scampagnata a Cesena, un solo turno a rischio, considerando gli sbalzi d'umore della Roma, che però a Torino dovrebbe interpretare l'impegno al massimo livello, purtroppo non sempre le accade.