Reja si accontenta
Cambialo stadio, dall'Olimpico al nuovo avvenieristico impianto di proprietà, ma ancora una volta la beffa arriva nel finale. L'anno scorso fu Krasic all'ultimo respiro, stavolta Del Piero a una manciata di minuti dalla fine. La sostanza non cambia: il bianconero è indigesto alla Lazio, 4 partite in due anni, 4 ko. Un peccato perché, prima che «sir» Alex gonfiasse la rete, il pareggio sembrava alla portata: «Mi dispiace tanto - spiega il tecnico biancoceleste - soprattutto per i ragazzi che avevano messo in campo una prestazione straordinaria, meritavano di uscire imbattuti». Sui meriti forse ci sarebbe da discutere. Sulle possibilità della Lazio di fare di più, forse, no. Troppe assenze importanti per contrastare questa Juventus arrembante: «Ma noi la gara l'abbiamo fatta - reagisce Reja - e anche bene. Non voglio sentir parlare di catenaccio, perché eravamo venuti a Torino anche per attaccare, avevo messo in campo quattro giocatori offensivi. Però va considerato che affrontavamo una squadra in grandissima condizione, che ci aggrediva senza lasciarci respirare. Peccato, però, bastava solo un pizzico di attenzione in più alla fine». Ha deciso Del Piero, ha lavorato ai fianchi l'illuminata regìa di Pirlo. I biancocelesti hanno provato ad alternarsi su di lui, Mauri e Rocchi in particolare, ma senza gli effetti voluti. «Andrea ha un talento formidabile - commenta il tecnico - anche se uno va a marcarlo, riesce a trovarsi facilmente altri spazi. Nella ripresa ci siamo disposti un po' meglio. Ho messo Ledesma centrale e abbassato Mauri, così abbiamo trovato la parità numerica a centrocampo. Gli unici pericoli sono arrivati su calci piazzati, punizioni o angoli». Episodi, come quello decisivo. Sul quale Reja ha qualcosa da ridire: «Quello di Ledesma non mi è sembrato un fallo di mano volontario, c'è stato un rimpallo, era molto vicino a Pirlo. Di solito situazioni del genere si lasciano passare, ma quando vieni a Torino qualcosa alla Juve viene concessa». Il tecnico si è lamentato anche per l'espulsione di Kozak e per il fallo fischiato sull'ultimo calcio d'angolo a Diakité. Nervosismo sfociato in un mezzo alterco con gli steward juventini che non volevano far entrare nello spogliatoio un massaggiatore della Lazio. Rabbia anche per il gol di Del Piero: «Sembra che la palla sia stata messa lateralmente, magari Marchetti non ha posizionato bene gli uomini, poi c'era molta confusione. Un peccato perché il nostro portiere era stato strepitoso fino a quel momento, ma una volta tanto diamo merito anche a Del Piero».La Lazio esce a testa alta ma conferma anche la recente tradizione negativa in trasferta: unici punti conquistati lontano dall'Olimpico nel 2012 i tre del Bentegodi. Poi solo ko. Anche l'emergenza non finisce mai. Domenica agli assenti di lungo corso per infortunio si aggiungeranno gli squalificati Mauri e Kozak. Ancora da capire se potrà sedersi in panchina Reja, che ieri ha rimediato l'ennesima espulsione: «Ormai gli arbitri mi hanno preso d'occhio, appena faccio qualcosa mi cacciano. Stavolta dicono che ho applaudito in una circostanza. Se si è trattato veramente di questo mi sembra che si sta un po' esagerando»... Perlomeno la classifica è rimasta immutata, grazie alle sconfitte di Napoli e Udinese: «Diciamo che se facevamo un punto qui a Torino la giornata era molto positiva, ma anche così non possiamo dire che è negativa, in fondo ne manca una in meno... Ora però dobbiamo rialzarci e andare a fare risultato a Novara. La squadra è maturata e deve dimostrarlo anche nelle partite più facili».