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«Pronti per la volata»

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Luis Enrique: questa è la mia Roma, stiamo crescendo Le concorrenti sono vicine, ci aspettano sei battaglie

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Èla serata delle effusioni. Osvaldo corre da Heinze per festeggiare il gol, la panchina sommerge Luis Enrique mentre Totti viene innalzato sotto la Curva Sud. Scatti di una serata da emozioni forti. Per una volta sono i romanisti a godere, loro che avevano quasi dimenticato il gusto di vincere una partita nei minuti finali. Del Piero segna a Torino, Totti risponde all'Olimpico e comincia la festa. Luis Enrique, stavolta, ha seguito tutta la gara in piedi, «ma il risultato non cambia a seconda della mia posizione. La prossima volta la seguo sulla traversa...» La Roma di ieri gli sarebbe piaciuta da qualsiasi punto d'osservazione. «È questa la mia squadra, anche se a me - dice bluffando - piace sempre. Ha carattere, personalità, siamo in grande crescita. Abbiamo battuto una grande come l'Udinese senza mai soffrire e guadagnato una posizione in classifica. Ci voleva una vittoria così, i ragazzi lo meritano. Non mi sono liberato io ma loro: i giorni dopo le sconfitte sono sempre difficili». Dalla delusione alla speranza, l'altalena continua. «Siamo sempre a parlare del solito problema, i ragazzi non sono dei robot: quando possiamo svoltare sbagliamo, mentre dopo le sconfitte reagiamo sempre alla grande. Non credo che dipenda da dove giochiamo: ricordo partite difficili anche in casa. Certo, all'Olimpico la gente ci sostiene. Mi dispiace che stavolta abbiano fischiato durante la lettura delle formazioni, ogni tanto qualche fischio lo meritiamo, c'è stato anche qualche dubbio dopo il pareggio ma la Curva ci ha sostenuto in modo incredibile: si sente quando giochiamo lì sotto e infatti abbiamo finito alla grande». Il bello potrebbe arrivare adesso. «Ci giochiamo le sei partite più importanti. Siamo vicini alle altre nostre concorrenti in classifica, questo significa che non abbiamo fatto così male e la nostra stagione non è stata così disastrosa come si dice. Abbiamo fatto 50 punti, non sono pochi e siamo ancora in corsa. Nessuno può prevedere come finirà, mi aspetto di tutto in questa volata finale, anche risultati un po' strani: guardate quello che ha fatto il Lecce a Catania». Quel Lecce che solo cinque giorni fa aveva disintregrato la Roma. «Mi dispiace, capisco la rabbia della gente - prosegue lo spagnolo - ma quando perdono sono abbattuti anche i giocatori e nei loro occhi vedo sempre la voglia di rialzarsi. Se non ci fosse mi sarei preoccupato, ma non è così. Abbiamo dei giovani che faranno grandi cose e dei giocatori più esperti che li aiutano. Le sconfitte ci possono stare, stiamo crescendo». Il finale è su Totti che ieri ha speso altre parole di stima per Luis Enrique. «Mi fanno piacere così come il suo ritorno al gol. In realtà non lo ha mai perso in allenamento. Io non guardo mai ai singoli, ci sono state sconfitte anche con Francesco in campo ma averlo per noi è sempre stato importante non solo per quello che fa in campo ma anche per quello che rappresenta». Un abbraccio a distanza tra i due grandi vincitori di ieri sera.

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