Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Su Totti &Co. la piazza faccia «pace» con il cervello

default_image

  • a
  • a
  • a

Primala Roma era quella dei giovani all'insegna del nuovo progetto americano che ha portato ottimismo a tutti i livelli (o quasi: le vedove non rientrano nel caso). Dopo la Roma non ha «palle» perché a Lecce (e non solo) non gioca la gara, sembra non aver voglia e si perde senza nemmeno provarci. Prima tutti con Luis Enrique artefice del gioco offensivo, idolatrato dai colleghi di mezza Italia, stakanovista del lavoro duro e della meritocrazia in campo e fuori. Allenatore giovane che s'è preso grosse responsabilità, ha portato i «senatori» dalla sua parte, ha «convinto» De Rossi a restare e Totti a tornare qualche metro indietro: un sacrificio per la squadra dove fa sempre la differenza. Dopo è tutta colpa di Luis Enrique, unico responsabile di un naufragio collettivo, allenatore senza esperienza che sta facendo la gavetta nella Capitale a discapito della Roma. Il lavoratore instancabile diventa lo scansafatiche senza iniziativa che se ne resta seduto a Lecce mentre va in scena l'umiliante balletto colombiano Muriel-Cuadrado. E vogliamo parlare di Totti? Prima non serve, è un giocatore finito, è vecchio la Roma non può dipendere da lui e non fa mai la differenza (i numeri dicono altro). Poi, quando non gioca, si è perso per la sua assenza, è un leader, doveva sacrificarsi, andare in campo anche non al top e senza di lui la squadra si perde. De Rossi?Stessa solfa: prima è Capitan Futuro, l'uomo senza il quale non si può immaginare un futuro e se non rinnovava in giallorosso gli americani avevano già fallito. Poi non è un leader, non fa mai la differenza, è senza gli attributi giusti per poter guidare la Roma. Insomma tutto e il contrario di tutto, in una sola parola:Roma. Ma fate pace col cervello! Iconti si fanno alla fine e chi sbaglia paga... sempre! Tiz

Dai blog