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di Gianfranco Giubilo Lascia la ribalta al calcio dell'aristocrazia più illustre, quello di casa nostra: degli imbrogli, del riciclaggio, adesso anche delle manette, insomma dei rubagalline che però hanno lasciato disagio e smarrimento.

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Sidiceva che il proscenio, stasera, spetta di diritto a quelli che il nostro sport più popolare illustrano ai massimi livelli, al Camp Nou un crocevia per la storia, la tradizione, la celebrazione dei marziani di Pep Guardiola, ma anche di una squadra che ha il record di trofei e che nel primo, incruento scontro, ha dimostrato di potersela giocare a testa alta contro la formazione più forte del mondo. Per testimoniare che il sorteggio, maligno, non aveva ancora espresso un verdetto scontato. Una vigilia un po' avvelenata da polemiche che rappresentano un'eccezione al normale rapporto, solitamente idilliaco, tra le due società. Pomo della discordia, quel disastroso terreno del Meazza, risultato del tutto inadeguato a un evento così importante come il più affascinante quarto di finale della Champions League. Dalla sponda catalana sono partite critiche feroci, il Milan ha tenuto a confermare la sua buona fede nella gestione del manto erboso, per la verità senza convincere troppo. Non potrà lasciare strascichi sgradevoli lo splendido fondo del Camp Nou, un impianto maestoso non soltanto per gli agi riservati alla platea, ma anche per le sue dimensioni che consentono ampi spazi per la gestione della manovra. Caratteristica che rende quasi inarrestabile l'assalto corale dei blaugrana, come i numeri testimoniano a sufficienza. Per il Milan, che la logica vorrebbe chiuso dal pronostico, un compito arduo ma non del tutto impossibile, nel ricordo dell'impresa firmata da Mourinho con l'Inter del «triplete». Anche se la squadra di Allegri ha caratteristiche molto dissimili da quella che aveva retto, in inferiorità numerica, l'assalto di Messi e dei suoi nobili scudieri Xavi e Iniesta. Non basterà, tentare di isterilire l'estro di Leo, ci vorrà una partita di grande sacrificio, senza però trascurare l'enorme importanza di un gol in trasferta. Ruolo fondamentale quello di Ibra, che da Guardiola si era separato dopo avere contribuito a vincere tutto il possibile. Forse al suo fianco potrebbe riapparire Pato, oggetto misterioso dei tempi recenti, sperando in più felici esiti dopo le terapie (miracolose?) negli Stati Uniti.

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