Masiello arrestato: feci autogol per soldi

BARI Nuova scossa giudiziaria per il calcio. Tre arresti, cinque partite del Bari - tra cui il derby col Lecce - taroccate degli ultimi due campionati grazie all'efficace «protocollo Masiello», una ventina di indagati tra calciatori, ristoratori e «zingari»: l'inchiesta della Procura di Bari, tra riscontri e ammissioni, ha portato all'emissione delle misure cautelari per il difensore dell'Atalanta Andrea Masiello (fino al 2011 nel Bari) e per due suoi sodali, l'imprenditore Gianni Carella e l'attore Fabio Giacobbe (una piccola parte da carabiniere in "Manuale d'amore 3"). Ai tre è stato contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata ala frode sportiva. Le partite sui cui i magistrati si sono soffermati sono cinque delle nove su cui verte l'inchiesta: tre del 2011, Cesena-Bari 1-0, Bari-Lecce 0-2, Bologna-Bari 0-4 con tripletta del Primavera Grandolfo, e due del 2010, Udinese-Bari 3-3 e Bari-Genoa 3-0. Tra gli indagati i calciatori Daniele Portanova, Alessandro Parisi, Simone Bentivoglio, Marco Rossi, Abdelkader Ghezzal, Marco Esposito, Antonio Bellavista e Nicola Belmonte, insieme al factotum dei giocatori del Bari Angelo Iacovelli, a tre ristoratori e agli scommettitori tra cui c'è lo "zingaro" Victor Kondic. Dopo aver negato, Masiello, con una nota inviata al pm sabato scorso, ha ammesso di aver segnato volontariamente un'autorete nel derby col Lecce del 15 maggio 2011: «quando il risultato era sull0 0-1, ho sfruttato un'occasione che mi si è posta per poter cristallizzare definitivamente l'esito della sconfitta per il Bari e ottenere il pagamento promessomi». Il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati ha sottolineato che per quanto riguarda il derby non ci sono state scommesse, ma un passaggio di denaro (una cifra tra i 250mila e i 3000mila euro) tra un personaggio operante «verosimilmente come emissario» della dirigenza del Lecce (non ancora identificato) e Andrea Masiello, che riscuoteva la somma nell'agosto scorso nel capoluogo salentino. Per Cesena-Bari, il difensore dell'Atalanta ha rivelato di aver ricevuto «20mila euro» da Antonio Bellavista, ex capitano del Bari, arrestato nei mesi scorsi nell'ambito dell'inchiesta di Cremona. «Mi recai a casa di Bellavista e ritirai l'importo», poi diviso con Giacobbe e Carella, parte attiva del sistema. Il procuratore Laudati ha specificato che quella riguardante l'infedeltà dei calciatori è solo la prima fase dell'inchiesta, ne seguiranno altre due legate agli scommettitori esteri e al riciclaggio del denaro della malavita con scommesse su broker mediorientali e asiatici. Infine dalle indagini emerge il ruolo degli ultras del Bari che, secondo le dichiarazioni ai pm di Marco Rossi e Jean Francois Gillet, avrebbero esercitato pressioni sulla squadra per «perdere contro Cesena e Samp», partite in cui i pugliesi furono sconfitti 1-0 e 0-1.