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L'Airone Caracciolo (sempre lui) ci aveva provato a fare un bel pesce d'aprile alla Roma davanti ai quarantamila dell'Olimpico.

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Insvantaggio con il gran gol di Caracciolo (ma bella dormita del duo De Rossi-Stekelenburg), la Roma per la prima volta nella stagione rimonta e vince una partita nella quale era andata sotto. Un bel segnale in vista di questo finale di stagione che lascia ancora aperte molte porte: di sicuro quelle per l'Europa, e perché no, anche uno spiraglio per il salotto buono del calcio che conta. La Champions è quattro punti più su, ma le squadre davanti continuano ad essere troppe: anche se in questo weekend le tre davanti hanno perso tutte. Dal successo contro il Novara, come sempre, l'ottimo Luis Enrique (in panchina più vivace di tutti i suoi uomini messi assieme), potrà trarre alcune conclusioni interessanti in vista del futuro: e non solo di quello imminente. Nella lista dei «rimandati» stavolta finisce anche De Rossi, palesemente a disagio nel ruolo di centrale difensivo. Tutto suo il gol in avvio del Novara nel quale mostra i limiti, inevitabili, di chi viene «prestato» a un ruolo diverso. Le lunghe leve di Caracciolo sono pericolosissime e ogni volta che l'attaccante del Novara va uno contro uno con i due centrali sono guai. Male anche Kjaer, che ormai con l'Olimpico sembra aver un vero e proprio tabù. Il danese ne combina almeno una a parrtita e anche stavolta avrebbe fatto la frittata se l'arbitro Romeo (su segnalazione dell'assistente), non avesse fermato l'azione del Novara pe run fuorigioco inesistene: già, perché lui intanto in mezzo all'area aveva commesso un fallo da rigore (e probabile espulsione) su Jeda nel finale del primo tempo quando la gara era ancora sull'2-1. Lì dietro insomma hanno ballato un po' tutti, male anche Taddei con José Angel unico positivo. Ma il 5-2 con i piemontesi ha portato anche qualcosa di buono. Oltre a tre punti importantissimi per classifica e morale, la promozione in blocco di un centrocampo per certi versi improvvisato. Gago al centro, seppur con le dovute differenze, non ha fatto rimpiangere l'assenza di De Rossi in quella zona del campo. Simplicio ha giocato una gara di quantità alla quale ha aggiunto un cucchiaio alla Totti: terzo gol quest'anno. Poi c'è Marquinho, migliore in campo insieme a Osvaldo, che continua a crescere per la gioia del ds Sabatini che lo aveva voluto a Trigoria e per il quale era anche stato al centro di sfottò «interni». Anche per lui assist e gol, con una doppietta sfiorata nel finale. Promosso pure l'attacco con il solo Totti non ancora al cento per cento: si vede nel modo in cui corre che il capitano non è al top della condizione, ma anche così Luis Enrique preferisce non fare a meno della sua «luce» in mezzo al campo. Riscatto invece per Bojan che dopo il momento di ombra, sembra aver ritrovato la vena del gol, ma soprattutto l'armonia in questo gruppo. Un gruppo del quale fa ormai parte in pianta stabile Osvaldo che ieri, per l'ennesima volta, non ha preso bene un mancato passaggio di Lamela: sempre lui. Ma con quei piedi il giovane argentino quando vede la porta fa bene a tirare: il gol del 5-2 finale ne è la conferma... per il presente, ma soprattutto per il futuro.

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