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Claudia Faggioni Brillante, come l'abito che indossava e che si è disegnata da sé.

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Unamedaglia storica, la prima medaglia d'oro italiana nel pattinaggio artistico, conquistata con un punteggio strepitoso, 189.94. «Era il mio tempo» ha detto un'emozionatissima Carolina al termine della gara, chiusa davanti alla russa Leonova e alla giapponese Suzuki. Si era presentata all'appuntamento francese, il decimo Mondiale in carriera, con in tasca la vittoria dell'Isu Grand Prix ottenuta a Quebec City lo scorso dicembre e quella degli Europei di Sheffield conquistata a gennaio. L'oro mondiale era l'unico a mancare nel suo palmares, dopo l'argento del 2008 e il bronzo del 2005 e del 2011. Ha fatto sembrare tutto facile, Carolina. Un salto nel ghiaccio e via, con la tutina intera tempestata di Swarovski, la stessa degli Europei, che non ha voluto cambiare, perché con quella si sentiva piú sicura. Il contenuto tecnico del programma era lo stesso di Sheffield, meglio non rischiare. Un leggero allenamento in palestra la mattina e poi solo tanto relax. Cosí si era preparata ieri la Kostner a questa gara decisiva, che l'ha portata sulla vetta del mondo. L'altra azzurra Valentina Marchei era undicesima dopo il corto. Ieri ha conquistato l'ottava posizione, miglior risultato della carriera iridata.«Era il mio tempo, è giusto così! Non è stato facile - aggiunge Carolina- sembrava la stessa atmosfera che c'era alle Olimpiadi di Torino, ma lì gareggiando in casa ho subito la pressione, qui, invece, non è stato così. Grazie a tutti». A tifare per Carolina c'era anche il fidanzato Alex Schwazer, fresco di qualificazione olimpica nella 50 km di marcia. «Ora è il mio momento, a Londra sarà il suo e io resteró nell'angolo», aveva detto Carolina. Una vita di coppia che si basa su un'alternanza di impegni: lei gareggia l'inverno, lui l'estate. Questo era l'anno buono, per vincere tutto, anche approfittando dell'assenza della campionessa olimpica sudcoreana Yu Na Kim e della giapponese oro mondiale Miki Ando. C'era, però l'altra pericolosissima giapponese Mao Asada, due volte campionessa del mondo tornata sul ghiaccio dopo uno stop per via dell'improvvisa perdita della madre. «Ha perso la mamma e avrà una motivazione incredibile» aveva detto di lei la Kostner, che non ha mai sottovalutato nessuna. Al termine del programma corto di giovedì, però, non era stata la giapponese ad impensierire la venticinquenne altoatesina. Davanti a lei la russa Alena Leonova e l'altra nipponica, la giovanissima Kanako Murakami. Ed è stata proprio la Leonova a spaventare l'azzurra nella gara di ieri. I suoi 184.28 sembravano irraggiungibili, prima che la Kostner scendesse sul ghiaccio. Ma niente poteva fermare Carolina, che inseguiva un sogno fatto di tanta fatica e tante speranze, speranze che non si erano mai spente, nonostante i non pochi momenti di difficoltà. I flop del 2009-2010, quando lasciò il tecnico Huth e il centro di Oberstdorf per andare ad allenarsi in America, adesso sono lontanissimi. Carolina è regina d'Europa e del mondo, e nessuno puó più dirle che non sa vincere. Quello che accadrà in futuro ancora non si sa. «Forse smetto» aveva detto la Kostner prima di affrontare i Mondiali. «Mi serve un po' di tranquillità per capire cosa voglio fare». E con un oro mondiale in tasca, la tranquillità è assicurata.

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