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Reja abbraccia la difesa titolare

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Il polpaccio di Konko? Guarito. Il ginocchio di Radu? È incredibile ma non dà più segni di cedimento. Il flessore di Biava? Tutto ok. E Dias? Sta bene pure lui dopo tanti problemi. Reja può esultare, dopo due mesi potrà schierare di nuovo la difesa titolare, quella costruita in estate per aiutare Marchetti. Le ultime due volte, non è un caso, la Lazio ha battuto in rapida successione il Chievo 3-0 e il Milan 2-0. Zero gol incassati e i numeri non mentono mai. Basta infatti osservare il dato complessivo per avere la conferma: Reja ha potuto schierare la difesa titolare solo cinque volte su 29 partite di campionato e il bilancio è straordinario per i colori biancocelesti: quattro vittorie della Lazio, un pareggio interno sempre col Chievo e soprattutto solo una rete subita dal romanista Osvaldo nei minuti iniziali del derby d'andata deciso poi da Klose. Insomma la possibilità di impiegare i quattro «moschettieri» del reparto arretrato potrebbe consentire alla squadra di risalire anche in classifica generale. Attualmente la banda di Reja è al sesto posto per le reti incassate e sappiamo come spesso nel campionato italiano sia preferibile avere una difesa il più ermetica possibile più che un attacco formidabile. La Lazio è dietro a Juve, Milan, Napoli, Udinese (quest'ultime due impegnate nella lotta per un posto in Champions) e Atalanta. Tanto per far capire quale sia il trend biancoceleste basta ricordare che la Fiorentina ne ha incassato solo uno in più e i viola non stanno disputando una stagione straordinaria. Quindi, occorre migliorare tantopiù che lo stop di Klose è ancora lungo e l'attacco non sembra in grado di poter trascinare la Lazio in queste ultime nove partite. Serve lo scatto della difesa a cui si era spesso aggrappato Reja nella passata stagione quando ebbe qualche crollo soltanto nel finale. Certo il rendimento della coppia Biava-Dias è molto calato rispetto alla precedente annata un po' per l'età (34 anni il primo 32 il secondo), un po' per i problemi fisici accusati a ripetizione da entrambi i centrali biancocelesti. Per non parlare di Konko arrivato a Roma con ottime credenziali per sostituire Lichtsteiner che voleva scappare a Torino. Il francese, partito benissimo, si è fermato troppo spesso alimentando i dubbi sulla sue tenuta fisica peraltro già emersi nei precedenti campionati. Lo svizzero non mollava mai, Konko è sicuramente più tecnico ma troppo discontinuo. Infine Radu, l'equilibratore di una difesa che sembra con quattro uomini ma che proprio il rumeno contribuisce ad essere a tre. Scende poco, partecipa raramente agli attacchi però è fondamentale nelle diagonali per dare maggiore consistenza a tutto il reparto. Tocca quindi a loro più Marchetti provare a fermare l'attacco del Parma guidato dall'ex Floccari: senza una buona difesa il terzo posto diventerebbe una chimera.

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