Champions: una poltrona per tre
Ventisette punti in palio sono tanti ma anche pochi. Troppi per sapere chi vincerà la volata Champions tra Lazio, Napoli e Udinese. Pochi per alimentare le speranze di Roma, Catania e Inter. Se anche i giallorossi, ad esempio, dovessero centrare uno straordinario filotto da 18-20 punti in nove partite, nessuna delle tre davanti dovrebbe superare quota 62-64. Improbabile. LE QUOTE Tanto vale allora concentrarsi su biancocelesti, partenopei e friulani. Come peraltro fanno i bookmaker, che aggiornando le quote dopo il weekend danno alla Lazio il ruolo di favorita (puntando sui biancocelesti si vince 2.38 volte la posta), al Napoli quello di rivale (2.75) e all'Udinese quello di outsider (5). Staccate Roma (11) e Inter (26). ILTREND Perché tanta differenza tra Napoli e Udinese, appaiate in classifica? Basta guardare cos'è successo finora nel girone di ritorno. In dieci giornate la squadra di Mazzarri ha conquistato 19 punti, quella di Reja 18, quella di Guidolin appena 10. Un punto a partita, frutto di due sole vittorie, quattro pari e quattro ko. I friulani sono in un momento di chiara difficoltà, se sono rimasti ancora aggrappati al treno delle battistrada lo devono, più che al bomber Di Natale un po' appannato nelle ultime domeniche, a una difesa che resta la migliore del terzetto: 27 gol subiti contro i 32 del Napoli e i 34 della Lazio. IL SALDO RETI Parlando di reti, si scopre il paradosso più grande della classifica. A guidare la volata Champions è la squadra che ha il peggior saldo tra gol segnati e incassati. La Lazio può infatti vantare un «misero» +9 rispetto al roboante +22 del Napoli e al discreto +13 dell'Udinese. A guardare bene il dato, si scopre che è lo specchio delle caratteristiche delle squadre. La Lazio non ruba l'occhio, fa fatica, ha una manovra lenta e accidentata, ma è concreta. Il Napoli, al contrario, è spettacolare ma anche sciupone. Basti pensare che nel girone di ritorno la squadra di Mazzarri sta attraversando il miglior momento dall'inizio della stagione mentre quella di Reja procede a strappi, tra rovesci clamorosi e vittorie stentate. Eppure i partenopei hanno recuperato ai biancocelesti la miseria di un punto. LACONDIZIONE Momenti di difficoltà, si diceva. In realtà nessuna delle pretendenti scoppia di salute in questa fase. Il fiato corto della Lazio è evidente e in parte inevitabile. I biancocelesti, secondi solo al Milan nella classifica degli infortuni, hanno dovuto fare affidamento sempre sugli stessi uomini, ora abbastanza logorati. Per altre quattro gare, inoltre, mancherà il faro tedesco Klose, un handicap notevole con la parziale consolazione di averlo più riposato - al pari di Lulic - per le ultimissime partite. Il Napoli delle ultime gare, tuttavia, non sembra assai più pimpante dei biancocelesti. Colpa degli impegni in Champions e Coppa Italia, ma anche di una gestione che, nonostante la pressoché assenza di guai fisici, non ha mai fatto molto affidamento sul turnover. Discorso analogo per l'Udinese, che vede i suoi due uomini chiave - Di Natale e Isla - o in calo o fuori per infortunio fino al termine della stagione. Sarà quindi una guerra di nervi, più che di fisico. IL CALENDARIO Conterà senza dubbio il calendario che, apparentemente, dà una chance in più al gruppo di Mazzarri. Come la Lazio, il Napoli ha cinque gare in trasferta su nove, ma al San Paolo arriveranno, nell'ordine, Atalanta, Novara, Palermo e Siena. Sulla carta sono dodici punti, l'esperienza insegna che nel calcio italiano non si può dare nulla per scontato. Per la Lazio il prospetto delle sfide è meno agevole, con trasferte come quella di Torino o in casa della stessa Udinese. 180 MINUTI DECISIVI Ma la squadra di Reja ha un vantaggio da non sottovalutare. Si tratta dei famosi tre punticini che ora i biancocelesti hanno in classifica sulle dirette concorrenti. Possono sembrare, anzi sono, pochissimi. Ma potrebbero essere di più dopo i prossimi 180 minuti. Quando la Lazio farà visita al Parma - mentre in Napoli sarà allo Juventus Stadium - e poi riceverà all'Olimpico i partenopei. Uscire con un saldo positivo da queste sfide vorrebbe dire allargare la forbice del distacco, mettere dalla propria parte gli scontri diretti e, soprattutto, dare una mazzata psicologica notevole alle avversarie. Con sette partite da giocare, potrebbe essere la fuga decisiva.