A San Siro un quarto di nobiltà
La partita dell'anno: almeno per noi di questa italietta del calcio aggrappata in Europa alle flebili speranze del Milan stasera in campo contro il caterpillar blaugrana di Guardiola. Solo per noi, perché per il resto del mondo, la partita vera sarà quella che l'«insolito» sorteggio di Nyon ha già «apparecchiato» in finale tra le due corazzate spagnole. Ma prima del «big event», il Barcellona dovrà risolvere un paio di pratiche: la prima è il Milan una squadra che sta dominando il campionato italiano e non ha nessuna intenzione di rendere facile la vita a Messi &Co.. Nei 7 precedenti internazionali in tornei ufficiali a Milano tra rossoneri e blaugrana bilancio di perfetta parità: 3 vittorie a testa (quelle rossonere sempre per 1-0) ed 1 pareggio. Inumeri raccontano tutta la difficoltà della sfida: i rossoneri hanno perso una sola delle ultime dieci partite disputate, ma il Barcellona nelle ultime trentasei gare internazionali giocate ha sempre segnato almeno un gol. Ci sarà poi la sfida nella sfida tra due talenti diametralmente opposti del calcio moderno: il «piccolo» Messi tre volte Pallone d'Oro (ben avviato verso il quarto trofeo) e il «gigante» Ibrahimovic: ovvero la classe allo stato puro, contro la potenza del bomber rossonero che continua a martellare le difese della serie A. Un attaccante «cattivo» e implacabile che però ha sempre sofferto la ribalta internazionale e che con il Barcellona, da ex, ha più di un conto aperto. Soprattutto con Guardiola artefice del suo allontanamento dalla sponda blaugrana di Barcellona: esperienza per la quale Ibra non nasconde qualche sensazione nostalgica. «È stato un sogno per me giocare lì, mi spiace che sia durato solo un anno. Se stringerò la mano a Guardiola dopo quanto è successo? Non lo so, ma il passato è passato e per me non conta. Lui ha i suoi problemi e io ho i miei: la vita va avanti». Nessun dubbio invece sulla pericolosità dell'avversario. «Giochiamo contro la squadra più forte del mondo e lo ha dimostrato negli ultimi cinque anni. Ma noi siamo pronti. Serve la partita perfetta per andare in semifinale». Ma Milan-Barcellona sarà anche al sfida tra due tecnici giovani ed emergenti campioni in carica dei rispettivi campionati: un banco di prova che non sarà solo limitato alla partita di questa sera, ma potrebbe dir molto anche in chiave futura perché avranno gli occhi del mondo addosso. Allegri gioca di rimessa, vola basso e veste i panni dell'outsider. «Siamo pronti, anche se ci aspetta un quarto di finale molto difficile: giochiamo contro la squadra più forte, detentrice della Champions. A San Siro delle due è la partita più importante, perché non si può sbagliare e la qualificazione ce la giocheremo nel ritorno». E in perfetto stile Barcellona la vigilia di Pep Guardiola che pur sapendo di partire con i favori del pronostico, cerca di non alzare il tiro e carica i suoi in vista di una sfida che sarà meno semplice di quanto potrebbe sembrare. «Dobbiamo farci trovare pronti ai momenti difficili che vivremo a San Siro. Mi aspetto il miglior Milan possibile, una squadra con ottimi giocatori come Ibra.Siamo consapevoli che se non giochiamo bene non passiamo. Si affrontano due squadre forti, andrà avanti chi è più forte caratterialmente». Questione di testa quindi, ma anche di qualità e il Milan a qualcosa ha dovuto rinunciare: e Thiago Silva non è roba da poco.