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Lazio, dulcis in fundo

La Lazio esulta

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All'ultimo assalto ma con merito anche se decisiva è stata la fortuna che stavolta ha votato per la Lazio. Che non fosse facile si sapeva, troppo fragili i biancocelesti di questi tempi pieni zeppi di giocatori fuori forma come Brocchi, Rocchi e Mauri, oppure fuori causa come Lulic e Klose (infortunio) o squalifica (Dias e Matuzalem), però nessuno poteva prevedere tante difficoltà contro un Cagliari veramente modesto. Ebbene ci è voluta una capocciata di Diakitè a due minuti dal fischio finale per battere i sardi e chiudere un weekend capovolto rispetto all'ultimo. Allora aveva perso solo la Lazio tra le squadre in lotta per il terzo posto, stavolta solo i biancocelesti hanno conquistato tre punti d'oro grazie all'acuto del centralone francese sulla solita punizione telecomondata di Ledesma. Le altre dirette concorrenti hanno perso contatto, Napoli e Udinese sono ferme a tre lunghezze e quindi Reja si è guadagnato un bonus, quello di poter sbagliare una delle nove partite che mancano da qui alla fine. Un piccolo vantaggio con gli scontri diretti ancora da giocare ma che non può far dormire sonni tranquilli in vista della volata finale. Ma andiamo con ordine perché la Lazio è riuscita a vincere una partita con tanta pazienza e un pizzico di aiuto dall'alto nonostante la profezia di Olympia avesse fatto temere il peggio. Sette giri, un monologo interminabile col povero falconiere che invano cercava di farla scendere e poi un atterraggio verso la curva Sud che nei precedenti sembrava coincidere con un vaticinio nefasto. E invece è andata bene, benissimo e forse l'aquila ha semplicemente risentito del temporale che stava arrivando sull'Olimpico peraltro ad annunciare un finale dolcissimo. Primo tempo inguardabile con la Lazio a caccia di qualche spazio nella difesa disposta da Ficcadenti a protezione della porta di Astori. Rocchi è rimasto troppo isolato anche per la giornata negativa dei due incursori Hernanes e Mauri. Nella ripresa subito il primo cambio con Kozak al posto dello spento «ammazzaRoma» nell'ultimo derby e sicuramente la manovra è sembrata più logica anche se solo una girata di Rocchi ha impegnato Astori a terra. Alla mezz'ora Alfaro, entrato da poco, ha sfiorato il vantaggio ma la sua conclusione ravvicinata è stata troppo debole. Poi ancora cambi con Ficcadenti che rischia la terza punta e paga dazio. Punizione di Ledesma e il tuffo Champions di Diakitè. C'è tempo ancora per il paratone di Marchetti su conclusione velenosa di Ekdal, il palo di Candreva (sfortunato) e i titoli di coda di una partita che non sarà tramandata ai posteri per la spettacolarità. In pochi secondi si è passati dalle polemiche per uno scialbo pareggio casalingo all'esaltazione per un piazzamento Champions blindato con un vantaggio inatteso prima dell'inizio delle partite. E ora? Giusto festeggiare la vittoria e i risultati delle altre ma c'è bisogno di recuperare qualche elemento importante per poter mantenere la posizione conquistata. Inoltre la condizione fisica è da ritrovare anche se la Lazio ha trovato il gol nel finale e perlomeno ha rischiato poco in difesa (più per i demeriti di un Cagliari rinunciatario). La squadra ha perso brillantezza e sta sopperendo con la voglia di raggiungere l'obiettivo. Senza Lulic e Klose sarà dura almeno per altre quattro partite (anche se secon Miro ko sono arrivati 7 punti in 3 gare): la Lazio deve resistere e poi lanciarsi nel volatone sperando di riavere gli elementi migliori.

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