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Roma, esame da Champions

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L'allenatore della Roma, Luis Enrique

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MILANO Non sarà la partita della stagione, ma per la Roma di Luis Enrique quello contro il Milan in programma alle 18 a San Siro è un vero e proprio esame di maturità: un test per vedere dove può realmente arrivare quest'anno la squadra giallorossa. Un test probante per testare la reale crescita di un gruppo che deve dimostrare non solo nel gioco di essere sulla strada giusta per diventare una squadra vera. E non solo perché di fronte ci sarà la prima della classe, la squadra che sta dominando il campionato per il secondo anno di seguito. In ballo non ci saranno dunque solo i tre punti, ma il prestigio di giocare a testa alta contro una squadra che per molti versi, almeno dal punto di vista strutturale, è molto simile al modello che ispira la nuova Roma. Una sfida tra le due formazioni che hanno il maggior possesso palla del campionato e che non nascondono la loro ambizione di vincere giocando un bel calcio. Luis Enrique non vede l'ora di giocarla e carica i suoi spiegando chiaramente quanto questo finale di stagione sarà importante. «Adesso inizia il bello del campionato, quello che dirà cosa faremo l'anno prossimo: è uno stimolo per tutti e speriamo di farlo bene». È altrettanto chiaro su quanto non sia però decisiva, se considerata fine a se stessa, la gara contro il Milan. «Non cambia, uno può perdere e vincere le altre nove. Siamo in grado di battere il Milan ma non dovremmo commettere errori e fare la partita perfetta». Ringrazia Barbara Berlusconi per le belle parole sulla Roma, ma continua nella strada fatta di lavoro e normalità. «È sempre bello sentire delle parole di riconoscimento o di complimento. Ma penso che ognuno in Italia sa cosa cerchiamo di fare alla Roma e non è una cosa strana, brutta o complicata. È un pensiero, ma sappiamo anche che senza i risultati che sarà più difficile convincere la nostra gente». Qualcuno l'ha definito, per l'ispirazione che i giallorossi traggono dai catalani, un antipasto milanista verso il Barcellona che la squadra di Allegri dovrà affrontare in Champions mercoledì prossimo. «Loro sono i più forti del mondo - spiega il tecnico - e vincere a Barcellona è sempre difficile per qualsiasi squadra. Ma questa partita per noi arriva in un ottimo momento: siamo vicini al terzo posto, come al quarto e al quinto senza dimenticare chi ci è dietro che sta facendo bene. Per noi è uno stimolo incredibile. Sarebbe bellissimo vincere e pensare subito alla prossima partita. Similitudini col Barcellona? Alla fine quelli che sono più o meno forti sono i calciatori in campo». Chiaro il messaggio alla società in chiave futura: per fare il salto di qualità a questa Roma oltre al gioco serve anche qualche innesto importante. Ma intanto Luis Enrique fa i conti con quello che ha e ripassa mentalmente la sfida vita con il Genoa. «Abbiamo fatto errori troppo facili ma non è stata brutta brutta come pensavo all'inizio. Ma dimostra che dobbiamo migliorare». E vincere contro la capolista potrebbe dare un'iniezione di fiducia a questa squadra che può ancora lottare per il terzo posto secondo il tecnico giallorosso. «Potrebbe essere un'iniezione di fiducia. In una partita possiamo vincere con il Milan ma dobbiamo essere ad un livello altissimo e loro devono essere in difficoltà. Sarà importante per lo sviluppo della partita sapere chi avrà il pallone di più: sono due squadre che vogliono vincere e spero sarà una partita bella per i tifosi e pure per i calciatori». Intanto la classifica indica la differenza reale tra Milan e Roma. «Si, la classifica indica che sulla regolarità c'è differenza, se non giocheremo al 100% non vinceremo: invece loro anche se non sono al massimo possono vincere. Ibra è fortissimo». Il tecnico sa benissimo che il Milan non concederà nulla e non crede che l'imminente Champions possa distrarre i rossoneri. «Magari, ma credo che sono uno squadrone e non commetteranno questo errore». Chiusura sulla Primavera che ha vinto la coppa Italia. «Dal primo giorno ho visto come lavora Alberto e penso che siamo sulla strada giusta».

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