Giada Oricchio La vittoria della Ferrari a Sepang non è opera di un miracolo, ma di Alonso.
InMalesia ha fatto la differenza l'aspetto umano e l'esperienza, non male in una Formula 1 dove si esaspera la tecnologia e si forza il regolamento per «furbate» che rendano le vetture più performanti delle avversarie. L'anno scorso, al di là dei meriti di Vettel, era la macchina a stracciare i rivali, oggi il piede del miglior pilota e un pizzico di fortuna: la pioggia che per la prima volta in dieci anni ha bagnato il Gp di Sepang e i pit stop di Hamilton (terzo), lunghi e effettuati al momento sbagliato. La Ferrari sorride due volte, sul secondo gradino del podio c'è anche il sorprendente Perez che si è formato a Maranello. Sauber, talent scout impareggiabile, lo ha scovato due anni fa e se lo tiene stretto. Probabilmente anche per il resto della stagione nonostante le voci di un avvicendamento con Massa, il brasiliano in crisi nera finito quindicesimo e superato da Di Resta e Vergne. Lo scambio di volante tra i due non significa certezza di risultati, ma con il messicano arriverebbe una benefica ventata di freschezza e entusiasmo nel team. Ma c'è l'altra valutazione da fare, più dolorosa per la Ferrari: se Perez non avesse peccato di sudditanza psicologica e il muretto non gli avesse fatto capire che il secondo posto poteva bastare e avanzare, la F2012 sarebbe stata ripresa e superata da una Sauber a motore Ferrari. Certo Alonso non avrebbe aperto la porta, ma a serbatoio vuoto e in condizioni di asciutto era meno veloce della macchina elvetica la cui aerodinamica evidentemente è superiore. Sconfitta la McLaren che non mette a frutto la pole e la superiorità della monoposto, battuta anche la Red Bull. Naviga a vista, la creazione di Newey avrà anche una grande potenziale, ma Vettel non riesce a trovarlo e si perde. Come il muretto che a fine gara ha dato vita a una serie di comunicazioni inverosimili: rientra, no, anzi sì, di nuovo no. Tutto per sostituire il cambio senza essere penalizzati. Al via niente sorprese con Hamilton che mantiene la prima posizione, Alonso che ne guadagna tre e Schumi che scivola un po' indietro, ma piove con intensità e tutti cambiano le intermedie con il «cinturato», non basta, al 7° giro entra la Safety car, poi la bandiera rossa: il muro d'acqua alzato da chi precede non consente margini di sicurezza. La gara viene neutralizzata per un'oretta e alla ripartenza davanti ci sono i due della McLaren con Perez terzo, entrato a cambiare le gomme per primo. Tutta la strategia Sauber è stata vincente. Poi Webber, Alonso e Vettel. Nuovo balletto ai box perché per regolamento la corsa doveva riprendere con i pneumatici da pioggia pesante, ma non cade più una goccia, la pista si va asciugando ed è necessario un nuovo caotico pit stop. Problemi per Hamilton che rimane bloccato dal traffico in pit lane e dagli errori dei meccanici a tutto vantaggio di Alonso nuovo leader della gara sotto gli occhi increduli dei meccanici e di milioni di tifosi. Inimmaginabile una Rossa in testa alla corsa mentre gli altri arrancano e di brutto. Button sbaglia a sorpassare Karthikeyan e rompe il musetto, finisce la sua gara tra enormi sofferenze per le gomme che non vanno in temperatura (e forse il piatto di pasta nell'intervallo non ci voleva), Hamilton si piazza terzo e non si muove, Webber e Vettel, che sul finire buca la ruota posteriore sinistra in un contatto con Karthikeyan penalizzato alla fine con una retrocessione, non impensieriscono, mentre Schumacher (che prende un punto) e Rosberg non hanno affatto risolto il problema con i pneumatici che si deteriorano troppo presto sia sul bagnato sia sull'asciutto. Strepitoso invece Alonso che inanella giri veloci, l'unico a impensierirlo è Perez. L'alfiere della Sauber-Ferrari, dopo la terza sosta per montare le Pirelli da asciutto (bravi anche qui gli uomini in rosso perché richiamano lo spagnolo prima degli altri consentendogli di accumulare un buon margine), lo tallona sul serio, è nei tubi di scarico della Rossa mai vista tanto vicino, ma commette un errore. Va lungo e il ferrarista si allontana di 5 secondi a tre tornate dal termine. Sotto la bandiera a scacchi, gesto del papero portafortuna per Alonso, primo in classifica piloti.