Marchetti ritrova il nemico
Ancora tu, non dovevamo vederci più. Ecco il Cagliari e Marchetti rivede gli spettri di una stagione persa per la lite con il presidente Cellino. Domenica per il portierone biancoceleste sarà una partita speciale contro il club che lo ha lanciato nel grande calcio e lo ha portato ai mondiali Sudafricani ma che, dodici mesi, dopo gli ha tolto la possibilità di giocare, facendolo restare ai margini della prima squadra. Le discussioni con il numero uno sardo, il collegio arbitrale e un anno buttato via che gli è costato la nazionale e molto probabilmente gli Europei. Prandelli non lo chiamerà nonostante un girone d'andata straordinario con la Lazio fino all'infortunio di Lecce a metà dicembre che lo ha costretto a uno stop di un mese. Dal rientro in campo nel 2012 il rendimento non è stato più lo stesso anche a causa di un calo, per certi versi clamoroso, da parte della difesa biancoceleste. Per lui 24 partite di campionato e 26 gol subiti, anche se le sue colpe sono limitate rispetto a quelle di un reparto che soprattutto in Dias e Biava ha perso la solidità della passata stagione. Comprese le coppe le presenze salgono a 32 con 37 reti incassate: troppe per un posto tra i 22 che andranno in Ucraina. E allora resta la Lazio e il sogno Champions che solo grazie a un rendimento modello primi mesi, si può centrare. Marchetti ci crede ed è pronto a tutto per mettere in difficoltà Prandelli anche se servirà un'impresa. Ma Lazio-Cagliari è anche la sfida tra club lontani così come i due presidenti. L'antipatia di Cellino nei confronti di Lotito è arcinota, tutto parte dalla cessione di Foggia, un prestito oneroso che il presidente sardo non voleva e poteva onorare. Ma i patti era stati stabiliti e Lotito non accettò nessuna transazione: da quel momento i rapporti si sono incrinati in modo irreversibile fino ai frequenti screzi in Lega. Cellino è da sempre molto vicino ai poteri forti del calcio, mentre il numero un biancoceleste li combatte dall'interno e allora sono anni che tra Lazio e Cagliari non si fanno affari di mercato. Anche per Marchetti, fosse stato per Cellino, la trattativa non sarebbe nemmeno cominciata. Per fortuna che esisteva un clausola rescissoria di 5,5 milioni pagabili in tre rate che la Lazio è riuscita a far valere perché altrimenti Marchetti non avrebbe mai potuto vestire la maglia biancoceleste. In passato anche Canini poteva arrivare ma sempre Cellino aveva bloccato sul nascere ogni discorso: aiutare il nemico Lotito è l'ultima cosa che farebbe Cellino. Due anni fa prima di una sfida che poteva mettere nei guai la Lazio annunciò il rimborso del biglietto da parte della squadra sarda in caso di sconfitta: finì 2-0 per i bianccoelesti ma nessuno ebbee un euro indietro da parte dei giocatori. Nell'ultima riunione della Lega è uscito tutto l'antilotitismo che è in lui senza che ci sia stata una risposta da parte del presidente laziale. Anche per questa ragione la partita di domenica pomeriggio avrà un sapore molto speciale per i due numeri uno: una vittoria vale doppio.