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Torna Brocchi, Diakitè sulla fascia

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o.Due mondi opposti che potrebbero odiarsi e invece si stimano a vicenda. «Vincenzo Montella mi piace molto per come imposta la squadra - spiega Reja - e anche per la pacatezza, la precisione nelle scelte e il rapporto col gruppo. Nonostante la giovane età ha la maturità di un allenatore navigato». È quasi una dichiarazione d'amore, tanto da far pensare che, se un giorno il goriziano dovesse lasciare la panchina della Lazio e dare un consiglio per la sua successione, avrebbe pochi dubbi sul nome da fare. Futuro (abbastanza) remoto. Il presente parla di una Catania-Lazio che ha un peso specifico enorme nella stagione dei biancocelesti. La lotta per il terzo posto, con Napoli e Udinese libere dalle fatiche europee e la coppia Roma-Inter in risalita, non permette altri passi falsi. «Vogliamo difendere quella posizione fino alla fine», promette il tecnico della Lazio, prima di passare a un'analisi della volata. «Il Napoli è molto temibile, voi sapete quanto io porti rispetto per gli azzurri - premette il friulano - ma non dobbiamo dimenticare neanche Udinese e Roma. Igiallorossi in fondo sono lontani da noi solo sette lunghezze e con i tre punti a vittoria si fa presto a tornare in corsa». La Lazio ha in ogni caso il coltello dalla parte del manico. Due punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici sono un patrimonio molto piccolo a undici giornate dal termine, ma vanno gestiti con cura. Evitando, magari, altre cadute come quella contro il Bologna. «Io non credo abbiano influito sulla prestazione i festeggiamenti post derby - e l'opinione di Reja - magari c'è stata un po' di distrazione per la grande presenza dei tifosi, ma la vera svolta può arrivare solo dalla fiducia in noi stessi. Se vogliamo crescere dobbiamo essere convinti delle nostre qualità. In fondo se siamo al terzo posto vuol dire che qualcosa valiamo. Dobbiamo solo ricominciare a vincere le partite. Magari a partire proprio da Catania». Facile e difficile allo stesso tempo. Facile perchéle statistiche dicono che, quest'anno, la Lazio non ha mai perso due partite di seguito. Anzi, dopo una sconfitta i biancocelesti hanno sempre sfornato prestazioni esemplari: sei ko in campionato seguiti da sei vittorie, manca solo quello col Bologna per aggiornare la statistica. Ma prendersi i tre punti sarà assai difficile perché al Massimino i biancocelesti affronteranno la vera rivelazione del campionato: «Una squadra messa benissimo in campo - spiega Reja - con ogni uomo al suo posto, un "playmaker" basso e degli interni di movimento e grande qualità. Senza contare il valore dei tre davanti». Come se non bastasse gli etnei in casa hanno perso solo due volte e hanno fatto gli stessi punti della Lazio: 25. A voler essere maliziosi, anche la designazione di Romeo non è una di quelle che può far sorridere i biancocelesti: una vittoria, due pareggi e tre sconfitte nei precedenti. Ma da questo punto di vista Reja non cerca alibi e prende al contrario una posizione importante: «Mi sono ripromesso di non parlare più di arbitri e spero di riuscire a mantenere questa linea. Mettendo in evidenza gli errori si rischia solo di aumentare le tensioni. Io da allenatore voglio solo pensare alla prestazione della mia squadra». E allora il tecnico chiude invocando una Lazio «ad alto ritmo e intensità». La volata per la Champions è ricominciata, altri errori non saranno perdonati.

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