Rugby Finalmente Italia
Gli azzurri chiudono il Sei Nazioni col sorriso: alla Scozia il cucchiaio di legno Meta di Venditti, Parisse super e difesa di ferro, 72mila in delirio all'Olimpico
All'ultimapartita batte la Scozia 13-6 e rende virtuoso il primo Sei Nazioni della gestione Brunel, il ct venuto dalla Guascogna a trasformare i rinunciatari azzurri dell'epoca-Mallett in una banda di sfrontati bucanieri. Non può bastare, è bene chiarirlo subito, la sola vittoria di ieri per considerare compiuta la missione ma certamente il cambiamento nella filosofia di gioco dell'Italia è evidente e continua a sedurre nuovi adepti della palla ovale. Ieri gli spalti dell'Olimpico hanno ospitato 72.357 appassionati capaci di cantare l'inno di Mameli a squarciagola e di esplodere di gioia per la meta di Venditti. La festa ha avuto il suo inizio e la sua fine nel Terzo Tempo Peroni Villagge allo Stadio dei Marmi un palcoscenico unico che ha ubriacato i 6.000 scozzesi giunti nella Capitale. Uno spot pazzesco per il rugby italiano, stavolta coronato dalla vittoria sul campo. All'ingresso delle squadre ancora una volta l'ex-azzurro Denis Dallan, oggi apprezzato tenore, accoglie i suoi vecchi compagni sulle note della colonna sonora de «Il Gladiatore» e l'emozione è anche per Fabio Ongaro che al suo 81° cap dice addio alla maglia azzurra. Già dalle prime battute si capisce che è l'Italia a voler fare la partita. Il mediano di mischia Gori, classe 1990, mostra grande personalità nel guidare il gioco dei suoi compagni e, nonostante qualche imprecisione, gioca la sua migliore gara con la nazionale. Burton è più ispirato del solito e lo assiste nella regia, gli uomini del pack sono superlativi. Già all'11' gli azzurri passano in vantaggio con un piazzato di Mirco Bergamasco che da posizione comoda capitalizza un bell'attacco su più fasi dell'Italia, 3-0. La Scozia, che nel torneo ha sempre perso pur tenendo molto l'ovale tra le mani, non riesce a organizzare il suo gioco e i tentativi offensivi degli Highlanders si infrangono contro la difesa d'acciaio azzurra. Straordinaria la prova della terza linea Parisse-Barbieri-Zanni che marca stretto i dioscuri scozzesi Gray e Denton, finora devastanti e all'Olimpico ridotti al silenzio dalla pressione italiana. Bortolami domina la battaglia aerea e gli azzurri rubano rimesse laterali agli ospiti (alla fine saranno sei) tagliando i rifornimenti al nemico. Nonostante ciò qualche errore nel possesso e parecchie difficoltà in mischia chiusa (ma le chiamate dell'arbitro Rolland sembrano a senso unico) impediscono all'Italia di marcare punti in rapporto a quanto costruito. Così al 36' la Scozia si affaccia nel campo italiano e guadagna una punizione che Laidlaw trasforma per il 3-3 all'intervallo. Comincia a serpeggiare la paura di vincere, ma Parisse e i suoi non tremano. Al rientro dagli spogliatoi gli uomini di Brunel hanno il sangue agli occhi e schiacciano gli scozzesi, in 14 per il giallo a De Luca, nei loro 22 metri. Al 43' il fortino caledone cede di schianto in capo a una bellissima azione multifase orchestrata alla perfezione da Gori, sostenuta da Parisse e Castrogiovanni e finalizzata meravigliosamente da Venditti, alla seconda meta nel torneo, bravo a tagliare all'interno e planare al centro dei pali. Burton trasforma per il 10-3 e l'Olimpico esplode di gioia tricolore. Gli scozzesi sbandano, il ct Robinson si sbraccia dalla tribuna per scuoterli, ma ottiene solo il piazzato di Laidlaw al 60'. Parisse riporta i suoi nel campo scozzese. Il forcing azzurro produce il drop di Burton al 77' per il 13-6, poi è trionfo.