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Il calvario di Abidal: trapianto di fegato

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EricAbidal nelle prossime settimane sarà sottoposto a un trapianto di fegato. A un anno esatto dalla drammatica diagnosi che lo costrinse a ricorrere all'intervento chirurgico, torna l'incubo della malattia. Lo scorso anno la sua storia fece il giro del mondo commuovendo gli sportivi. Tumore al fegato, operazione immediata e trionfo nella finale di Champions: tutto in 70 giorni. Una notte magica, quella del 28 maggio 2011: vittoria sul Manchester United e fascia di capitano al braccio al momento di salire i 39 gradini che portano al palco reale per la premiazione. Un gesto generoso, quasi inaspettato, quello di Puyol, pronto a togliersi i gradi per consegnarli al compagno, rinunciando a una foto «immortale» da regalare alla storia. Alzare la coppa dalle grandi orecchie sulle note di «We are the Campions» era stato l'inizio di una nuova vita per Abidal, che pensava di essersi lasciato alle spalle un agguato del destino. Ma a volte l'avversario ritorna, ti mette in difficoltà, prova a disorientarti con finte e dribbling che confondono la mente e ti lasciano senza fiato. In quel momento non ti devi far incantare dal gioco di gambe e dal mulinare delle braccia, devi lasciar perdere le finte di corpo e guardare unicamente la palla, perché è quello l'unico obiettivo. Ora l'obiettivo di Abidal è quello di rubare alla vita un gruzzoletto di mesi, qualche anno, magari quattro o cinque decenni. Infilando - uno alla volta - ogni secondo, come a comporre una collana di perle. Al massimo puntando a una manciata di minuti. Tre scudetti in Francia, tre titoli in Spagna e un'infinità di coppe da far rabbrividire anche la governante più laboriosa al momento di lucidare i trofei esposti nel salotto di casa: due Champions League, due Mondiali per club, una coppa del Re, due Supercoppe Europee, tre Supercoppe francesi e tre Supercoppe spagnole. La bacheca é ricca di medaglie, le stesse con cui oggi gioca a fare testa o croce con la vita, certo non per sua volontà. La notte di Londra, piena di luci e di colori sembra lontana, buia, silenziosa. E i coriandoli colorati che volavano sopra la testa al momento di alzare la coppa sono diventati pensieri grigi che scendono dal cielo. È arrivato il momento di tirare il rigore della vita: in confronto, quello segnato a Buffon nella finale mondiale di Berlino sembra uno scherzo. In bocca al lupo campione. Stavolta gli italiani esulteranno con te.

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