L'Inter si prepara alla rivoluzione sul mercato
Fuoridalle coppe e in profondo ritardo in campionato, per la prima volta in 7 anni l'Inter si ritrova senza un obiettivo da inseguire agli albori della primavera. Gli applausi del pubblico del Meazza dopo la beffarda eliminazione dalla Champions suonano come un saluto ai vecchi campioni: grazie per l'impegno e le vittorie degli ultimi anni, ora però bisogna ripartire. In che modo? Per adesso con Ranieri. «Non vedo colpe dell'allenatore - ha spiegato Moratti dopo l'eliminazione - se avessimo perso 4-0 avrei potuto pensare in un'altra maniera, ma avendo subito due gol nei minuti di recupero non me la sento di giudicare in modo negativo l'operato di Ranieri. Qualificarsi per la Champions del prossimo anno? Quasi impossibile, ma speriamo di farcela: sarebbe una dimostrazione di grande carattere». Al di là della difficile qualificazione europea, il sentiero tracciato da Moratti è chiaro: bisogna terminare la stagione in modo dignitoso, poi sarà rivoluzione. O, se preferite, alla rifondazione. La sostanza non cambia, piuttosto in discussione c'è la forma. «Un progetto stile Roma? Dipende dalle realistiche ambizioni e abitudini - ha osservato il presidente nerazzurro - Costruire una squadra essenzialmente giovane potrebbe essere un'idea saggia. Se poi non va tutto bene, però, cominci a pentirti. E io credo sia importante avere anche calciatori esperti». Futuro in discussione, dunque. Come anche molti giocatori. Le scelte principali riguardano il reparto offensivo, a cominciare da Sneijder: la scorsa estate l'olandese aveva già preparato le valigie, ma alla fine l'Inter non ricevette offerte adeguate. Cosa fare ora? Di sicuro partirà Zarate, mentre Milito, Pazzini e Forlan potrebbero restare. «Certo quache nuovo calciatore dovremo prenderlo - ha spiegato Moratti - ma dipende anche dal progetto fatto con l'allenatore». E proprio questo sarà il primo nodo da sciogliere. I candidati alla panchina dell'Inter sono noti: Villa Boas, Blanc o magari Deschamps. Il sogno di Moratti, però, ha un solo nome: Pep Guardiola.