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Anche i quotisti bocciano la Rossa

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GiadaOricchio «Dobbiamo aspettare la prima gara per capire dove siamo». Era questa la frase più ricorrente pronunciata dagli addetti ai lavori. Accontentati: è il momento di fare sul serio, di passare dalla parole ai fatti con il GP inaugurale in Australia. L'Albert Park di Melbourne, dove l'ala mobile posteriore sarà azionabile nei due rettilinei con punto di rilevazione alla curva 14, potrebbe non bastare a capire i reali rapporti di forza. È una pista anomala che dà riscontri differenti già rispetto alla seconda prova in calendario. Quindi niente disfattismi se non si vedrà un Cavallino al traguardo, parola di Stefano Domenicali, il team principal della Ferrari. «C'è gran voglia di partire con una nuova sfida. Arriviamo in Australia sapendo di non aver raggiunto i nostri obiettivi di prestazione ma lotteremo fino alla fine. Se non dovessimo essere competitivi ai massimi livelli non ci abbatteremo e rimarremo concentrati sullo sviluppo della macchina. Il campionato finisce a novembre, non dimentichiamocelo mai». E lui farebbe bene a non dimenticare che nell'ultima gara del 2010 il muretto fece perdere ad Alonso un mondiale praticamente in tasca. Però, gratta, gratta, nelle dichiarazioni di prammatica di Domenicali viene fuori un'idea di strategia. «Sarà una stagione lunghissima e, almeno questa è la mia sensazione, molto incerta: ci sono tante squadre che possono dire la loro, soprattutto all'inizio». Questa frase vuol dire che la Ferrari e le altre scuderie di punta sono quasi sicure che il gap con la Red Bull si sia ridotto grazie soprattutto al divieto di scarichi soffiati e che a Maranello sperano che le prime corse siano vinte da piloti diversi in modo da avere una classifica piloti «corta» e recuperare terreno più facilmente quando ci saranno i probabilissimi miglioramenti sulla F2012. Ipotesi di cui non tengono conto i bookmaker. I solerti scommettitori pagano 1,91 il tris di Vettel su «Abbey», questo il nomignolo scelto per la sua RB8, in seconda battuta preferiscono di gran lunga Hamilton a Alonso, staccatissimo Massa. Altri invece sono i numeri su cui in queste ore si è concentrata l'attenzione dell'81 enne «dominus» Ecclestone. Per la prima volta il fatturato del circus è inferiore a quello della serie A. Nel 2011 gli introiti per le scuderie si sono fermati a 1,4 miliardi di euro contro 1,6 dell'italico pallone.

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