Lazio, sbornia da derby
Chiamiamolo effetto derby al contrario. La Lazio si butta via contro un bel Bologna, va sotto di due gol, subisce due espulsioni (Matuzalem e Gonzalez), prova a riaprire la gara ma finisce al tappeto nonostante l'impegno (1-3). La corsa Champions si complica anche se il terzo posto è salvo per un'altra settimana. E per quelli che avevano pensato a qualcosa di più non resta che ammettere la triste realtà: con troppi giocatori si può riuscire a farla franca per qualche partita ma alla fine il dio del calcio ti presenta il conto amaro e inevitabile. Terza sconfitta in casa dopo una serie di cinque vittorie all'Olimpico e cammino interrotto perdipiù con tante squalifiche in arrivo per la difficile trasferta di Catania. Come al solito Reja fa la conta e scopre che sono nove gli indisponibili, sette infortunati e due squalificati. Zauri recupera, Gonzalez resta a centrocampo, in attacco il solito Klose con Hernanes e Mauri batteria di fantasisti alle sue spalle. Dall'altra parte Pioli ha quasi tutta la rosa, sceglie Khrin per sostituire l'uruguaiano Perez e lascia soprendentemente in panchina di Vaio per rilanciare Acquafresca. Applausi della Nord per l'ex Mudingayi molto apprezzato dai tifosi laziali. Così come Reja che, dopo lo splendido volo di Olympia, riceve per la prima volta i cori convinti di tutto lo stadio. Potenza del derby che ha lavato via tutte le ferite del passato tanto da far ascoltare anche qualche fischio in meno per il «romanista» Candreva. La Lazio, però, entra in campo senza il furore di una settimana fa e il Bologna ne approfitta. Prima Marchetti sventa in angolo un sinistro di Diamanti ma sul successivo angolo Portanova, cuore biancoceleste, porta in vantaggio i rossoblù: giusto così. Sono passati dieci minuti e la partita si mette subito male anche perché la squadra di Pioli domina e i biancocelesti non ci capiscono nulla. Poi ci si mette anche un po' la sfortuna perché Gillet fa un miracolo su Mauri e dal possibile pari soi passa allo 0-2 in sessanta secondi: Garrido sbaglia il fuorigioco, Marchetti salva di testa ma il pallone finisce a Diamanti che da 35 metri infila la porta sguarnita. Si fa dura e poco dopo diventa impossibile perché sul finire del primo tempo Matuzalem rifila una manata a Diamanti più per proteggersi che per colpire e l'arbitro Guida lo espelle. Decisione molto fiscale, troppo afflittiva diciamo così, peccato che Klose finisce il primo tempo con il labbro rotto per una gomitata gratuita di Rubin e l'arbitro non si accorga di nulla. Il pubblico non gradisce anche perché Ramirez provoca per tutto il primo tempo senza che l'arbitro ne sanzioni i comportamenti antisportivi. Tanto è bravo l'uruguaiano tanto ha atteggiamenti discutibili in campo. Gira tutto malissimo quasi ci fosse un sortilegio dopo la bella vittoria di sette giorni prima ma di certo la Lazio sembra scarica forse per l'euforia post derby. Si riparte nella ripresa con Alfaro al posto di Zauri e inevitabile difesa a tre per andare al rischiatutto. Klose gira di testa ma Gillet è pronto alla respinta. Succede di tutto, Rubin fa un'autorete clamorosa e la Lazio va all'assalto. Ramirez però parte in contropiede, Gonzalez lo stende appena fuori area: punizione e seconda espulsione. Biancocelesti in nove e sulla punizione Khrin colpisce da fuori per l'1-3 che in quel momento stende definitivamente la banda di Reja. Ma non finisce qui perché ci sono ancora undici partite da giocare per inseguire il sogno Champions.