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Domenico Latagliata Quattordicesimo pareggio su ventisette partite, il sesto nelle ultime sette.

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Allafine, Juve arrabbiatissima e in silenzio stampa per ripicca verso non si sa chi. Tanto per essere chiari, a tempo scaduto anche il Genoa ha avuto di che lamentarsi per un intervento apparso falloso di Pirlo dentro l'area di rigore: eppure la Juve vive nel suo mondo, temendo di essere accerchiata e boicottata. Magari i bianconeri – senza lo squalificato Conte, che ha seguito il match nel box riservato a Juve Channel – hanno anche ragione, ma nel frattempo perdono energie preziose a lamentarsi e il Milan è scappato più quattro. Massimo vantaggio da inizio campionato e scudetto che pare avere preso decisamente la strada di Milano. Risultato: meglio che a Torino la smettano di vedere fantasmi ovunque e pensino a ricominciare a buttare la palla dentro, salvo trovarsi privati anche del secondo posto. A Marassi è stata comunque gara spettacolare, con la Juve che come previsto si affidava all'inedita coppia centrale difensiva Ceceres-Vidal per sopperire alle assenze di Chiellini, Barzagli e Bonucci. Dall'altro lato, schieramento a trazione anteriore con il rientrante Gilardino accanto a Palacio, Jankovic e Sculli sugli esterni. Occasioni da una parte e dall'altra, fin da subito: il Genoa ha subito chiamato in causa Buffon, fallendo altre due buone occasioni con Jankovic e Gilardino. La Juve non è rimasta a guardare, spaventando Frey con Giaccherini, Pepe e Marchisio. Bella partita, anche, con Vucinic e Pepe particolarmente ispirati. Siccome poi il Milan accelerava al pronti via passando in vantaggio contro il Lecce, la Signora si metteva in testa che vittoria avrebbe dovuto essere a tutti i costi contro una squadra che – è bene ricordarlo – «vanta» una difesa spesso rivelatasi colabrodo. Invece, nulla: due pali di Vucinic, entrambi di testa, un altro legno clamoroso colpito da Pepe da posizione vantaggiosissima più la rete annullata allo stesso numero sette facevano sì che il risultato non si sbloccasse. Poi nel finale, passata la paura, il Genoa ha tirato fuori l'orgoglio sfiorando il colpaccio con un paio di conclusioni di Kucka e Kaladze che hanno impegnato severamente Buffon. Anche Gilardino ci ha messo del suo, calciando malamente alto a porta vuota dopo aver superato il compagno di nazionale in uscita. Il tutto, prima dell'episodio con protagonisti Pirlo e Palacio. Pareggio anche giusto, insomma, pur se la Juve si ritiene danneggiata dall'arbitraggio: film già visto.

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