Conferme su Bologna-Bari
Quelloche la Roma ha deciso di non fare, nemmeno parzialmente, a gennaio, lo farà a giugno. 38 reti incassate in 30 partite, una fragilità organizzativa rimasta nel dna da settembre a marzo, un'eta media avanzata per tre centrali «puri» su quattro, esterni adattati o ancora da farsi e inesperti, almeno un paio di infortuni piuttosto gravi, qualche giocatore in crisi d'identità e un paio sicuri partenti, perché senza più contratto, a giugno. La situazione attuale, insomma, è un po' quella che è. Quella futura, invece, è di dodici partite che serviranno per valutare chi può ancora essere utile e chi può essere accompagnato alla porta di Trigoria nonché di un mercato che ridisegnerà la retroguardia romanista. Da Palermo a Cesena, in 64 giorni, quelli che già ci sono si giocheranno il tutto per tutto. L'esaminando più atteso sarà, ovviamente, Simon Kjaer, chiamato a rimpiazzare Juan e a mettere una pezza sui pastrocchi commessi nei primi mesi romani. A Trigoria, nonostante tutto, puntano ancora sul danese e si augurano un finale di stagione in crescendo. Se sarà così, il suo futuro resterebbe ancora colorato di giallorosso e il riscatto dal Wolfsburg, magari sperando in un sconticino sui 7 milioni pattuiti, non sarebbe più un'utopia. Altrimenti, a meno di altre disgraziate repliche dei pasticci compiuti finora, c'è anche un'altra opzione: quella del rinnovo del prestito (possibilmente gratuito o il meno oneroso possibile) per un altro anno. Un'idea nata da poco che la Roma potrebbe anche cercare di percorrere già nei prossimi giorni. Sotto esame, però, ci sono anche Rosi e Josè Angel. Tutti e due, con i loro pregi e difetti, avrebbero teoricamente tutti i requisiti (soprattutto anagrafici) per continuare a far parte del progetto, ma dovranno guadagnarsi la permanenza, quasi sicuramente non da titolari della Roma che verrà, nei prossimi due mesi. Cassetti e Cicinho, in scadenza a giugno, hanno già la valigia pronta. Da valutare l'avvenire di Taddei, forte di un contratto fino al 2014, così come quello che faranno Heinze e Juan. L'orientamento della Roma è di lasciarli andare: per l'argentino dovrebbe scattare il rinnovo automatico per un altro anno, per il brasiliano andrà trovata sistemazione adeguata. Il futuro riparte dal ritorno di Burdisso, annunciato per il ritiro estivo, e dall'arrivo di molte facce nuove. Nomi? I radar sabatiniani puntati su Dedè (valutato 10 milioni) del Vasco da Gama, l'infortunato Dodò del Corinthians (in prestito al Bahia), Otamendi e Alex Sandro del Porto, Isla, Armero e Danilo dell'Udinese, Lovren, Cissokho e Bastos (proposto più volte) del Lione, Aogo dell'Amburgo, Ghoulam del St.Etienne e Azpilicueta dell'Olympique Marsiglia. Una mezza rivoluzione, insomma. Non come a centrocampo, con i punti fermi De Rossi, Pjanic e Gago (c'è già un accordo di massima con il Real). Lì servirà solo un innesto mirato.