Manganelli con Petrucci: «Nessuna amnistia»
Dopoil presidente del Coni Petrucci e il numero uno della Federcalcio Abete, anche Antonio Manganelli sposa la linea del rigore sull'inchiesta calcioscommesse. Il capo della polizia è intervenuto al «1° Seminario di alto livello sulla legalità nello sport», incontro organizzato a Roma da Ministero dell'Interno, Interpol e Figc per discutere del problema delle scommesse illecite. «Questa riunione con i vertici internazionali dell'Interpol è importante - ha dichiarato Manganelli - perché il problema delle scommesse assume carattere globale. In Italia tre procure stanno indagando sul fenomeno e presto avremo a disposizione nuovi dati. Voglio ringraziare le società perché hanno fatto molti sacrifici affrontando spese notevoli per realizzare misure di controllo e prevenzione, dagli steward ai tornelli. Faremo di tutto per risanare il mondo del calcio e dello sport». Durante il convegno i massimi dirigenti dell'Interpol hanno consegnato al presidente Abete una medaglia destinata a Simone Farina, il calciatore che denunciò il tentativo di combine della partita Cesena-Gubbio. «Abbiamo gli anticorpi per combattere lo scandalo scommesse - ha dichiarato Abete - lotteremo con passione insieme al Viminale e con l'aiuto delle forze dell'ordine. D'accordo anche Pagnozzi, che ha illustrato una nuova norma introdotta nell'accordo tra Coni e atleti olimpici: da Londra né gli azzurri né i loro parenti potranno effettuare scommesse sulle gare, pena una multa di 100 mila euro. Intanto sono ripresi gli interrogatori della Procura federale. A Roma gli inquirenti hanno ascoltato Micolucci, primo pentito dell'inchiesta calcioscommesse: in tre ore il calciatore dell'Ascoli - fermo per la squalifica (14 mesi) patteggiata durante il primo processo sportivo - ha fornito nuovi dettagli su alcune partite, in particolare Ascoli-Atalanta e alcune gare del Bari (squadra in cui ha militato dal 2004 al 2007). Oggi l turno di Pederzoli ed Ernandes.