Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Derby capitolino, i numeri dicono Roma

Derby, i tecnici di Lazio e Roma Edy Reja e Luis Enrique

  • a
  • a
  • a

Più alti, robusti, giovani, vincenti e, a detta delle donne, anche più belli. Ma decisamente meno tranquilli. La Roma ha tutti i numeri dalla sua parte, persino quelli dei bookmakers che la danno favorita, eppure la Lazio si avvicina al derby di domani con il vantaggio psicologico oltre quello guadagnato in classifica. I sette punti di distacco tra le due romane non trovano alcuna «giustificazione» nell'analisi ai raggi x dei 22 protagonisti annunciati in campo all'Olimpico. Dallo studio, ad esempio, emerge come i giallorossi abbiano tre anni precisi in meno nel calcolo dell'età media, 27.81 contro 30.81, e un numero maggiore di gol complessivi all'attivo, 490 a dispetto dei 453 segnati dai laziali. Merito delle 266 reti di Totti in carriera con la maglia giallorossa, mentre dall'altra parte c'è un Klose con 184 centri nelle gare con i club. La differenza d'età non è una sorpresa. Lamela sarà il più giovane della stracittadina - proprio domani compirà 20 anni - e oltre a lui ci sono i 21 anni di Borini e Pjanic ad abbassare la media. Dall'altra parte si va dalle 26 primavere di Hernanes alle 34 di Biava. Il «nonno» della sfida resta il capitano romanista che lo scorso settembre ha spento 35 candeline sulla torta. Meno esperti ma più «grossi». La squadra di Luis Enrique ha infatti dalla sua centimetri e chili, anche se i vantaggi sono minimi: la media-altezza della Roma è 182, quella dei biancocelesti si ferma un centimetro sotto, la sfida del peso è 76 a 75.8. Quanto può contare tutto questo in un derby? L'abitudine a vincere è sicuramente d'aiuto. E nonostante la Roma abbia diversi anni in meno, è davanti anche nel numero di titoli collezionati tra club, nazionali maggiori e Under 21. Il totale dice 53 a 31, con Stekelenburg e Juan a dividersi la leadership: i due romanisti hanno 11 trofei a testa in bacheca, seguono Heinze (9), Totti (8) e Klose (7). Il portierone olandese ha vinto tutto con l'Ajax, Juan si è tolto le maggiori soddisfazioni in patria e con la Seleçao. Non il Mondiale: quello possono vantarlo solo Totti, De Rossi e, qualora giocasse, Perrotta. In panchina è annunciato anche Bojan, che aggiungerebbe altri 11 titoli, tra cui 2 Champions League, 1 Supercoppa Europea e un Mondiale per club. Ma non tutti hanno la fortuna di passare per il Barcellona. Gli undici romanisti vanno più spesso in nazionale dei laziali: 361 convocazioni contro le 333 di Klose & Co. È proprio il tedesco a guidare la speciale graduatoria, inarrivabile grazie alle 114 presenze con la Germania. Le 82 partite di Juan con il Brasile superano le 71 in maglia azzurra di De Rossi. La classifica non quadra, i conti sì: il club di Trigoria paga 35.85 milioni lordi all'anno per la formazione di domani, Lotito si ferma a 25.4. È anche sulla base di questi numeri che, alcune settimane fa, il ds della Lazio Igli Tare si era lamentato del presunto trattamento sfavorevole verso la Lazio da parte dei media. Molto più indulgenti, secondo lui, verso il «progetto» Roma. Parole che avevano fatto rumore e sulle quali, ieri, Tare è voluto tornare: «Non mi sono mai permesso di criticare la Roma, non è mia abitudine giudicare il lavoro degli altri. Dico solo che in città ci sono due progetti, e quello della Lazio è molto meno considerato nonostante la classifica». Il ds biancoceleste ha parlato al Campidoglio in occasione di una campagna antirazzismo promossa dalle due società. A pochi metri da lui, il collega e «rivale» Walter Sabatini: «Il derby sarà fondamentale, le nostre possibilità di lottare per il terzo posto passano per questa partita - ha spiegato - ma se anche dovesse arrivare una sconfitta, la piazza non ci abbandonerà. I tifosi si sono dimostrati molto più maturi di noi». I conti è meglio farli direttamente domani.

Dai blog