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La corsa contro il tempo della giustizia sportiva

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Siè aperta così, con due interrogatori-fiume, la seconda inchiesta sportiva sullo scandalo calcioscommesse. E subito è emerso un dato chiaro: il lavoro del team diretto dal procuratore federale Stefano Palazzi sarà molto lungo e andrà oltre le 21 audizioni inizialmente programmate, come dimostra la richiesta di ascolto avanzata dall'avvocato dal difensore del Bologna Portanova. Lungo e «carico di dettagli», almeno secondo il legale Salvatore Pino, è stato l'interrogatorio di Doni, già coinvolto nella prima parte dell'inchiesta e squalificato per tre anni e sei mesi dalla giustizia sportiva (in attesa dell'arbitrato). L'ex capitano dell'Atalanta «aveva già detto ciò che sapeva ai magistrati – ha spiegato Pino – ma oggi ha aggiunto alcuni dettagli» relativi alla già acclarata combine di Atalanta-Piacenza. Doni non ha invece fornito particolari inediti riguardo alle partite contro Ascoli e Padova (anch'esse della serie B 2010-11), molto sospette secondo la Procura di Cremona. Ancor più lungo è stato l'interrogatorio di Carobbio, durante il quale il calciatore dello Spezia – fuggito via senza parlare – avrebbe confermato quanto già dichiarato ai magistrati, parlando delle presunte combine su diverse partite di serie B: tra queste le gare dell'Albinoleffe contro Pisa, Salernitana e Frosinone nel 2008-2009 e le partite del Grosseto contro Mantova, Ancona, Reggina ed Empoli nel 2009-2010. Intanto, mentre il giudice Salvini ha revocato gli arresti domiciliari a Zamperini e il Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport ha confermato la radiazione di Paoloni, è saltato l'interrogatorio sportivo di Benfenati, amico di Doni non tesserato per alcun club e dunque libero di non presentarsi davanti alla Procura federale. Il lavoro del team diretto da Palazzi riprenderà lunedì col giocatore dell'Ascoli Micolucci, ma la strada verso i deferimenti e il secondo processo (previsto tra maggio e giugno) è ancora molto lunga.

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