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Roma, il futuro è adesso

Luis Enrique

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Il derby può aspettare, figuriamoci il contratto. Atalanta e basta, Luis Enrique non vuole pensare ad altro: oggi pomeriggio a Bergamo c'è l'ennesimo esame della verità per una Roma ancora sospesa tra il rischio di anonimato e le speranze di entrare in Champions. Alla vigilia il tecnico asturiano deve però smarcarsi dalle chiacchiere sul suo futuro, un argomento che ora è seguito con interessa pure a Barcellona dove presto non ci sarà più Guardiola. «Parlare di futuro nel calcio - precisa Luis Enrique - è un'utopia. L'unica cosa sicura è che, se la società vuole, resterò qui fino alla fine del contratto (giugno 2013, ndr), e sarò contentissimo di farlo. Quando ho trovato l'accordo con un signore come Franco Baldini non pensavo a non rispettare il mio contratto, sapendo che la società ha avuto tantissima fiducia in me quando le cose non erano come loro pensavano». Quell'offerta di rinnovo dopo il ko di Firenze ha rinforzato il legame tra tecnico e club ma non è bastata a risolvere con largo anticipo la questione del contratto. Se ne riparlerà in estate e durante la prossima stagione, quella in cui Luis Enrique vuole capire con chiarezza dove lo può portare il cammino in sella alla squadra giallorossa. «Parlare - aggiunge - della Roma come punto di arrivo o di partenza per la mia carriera non mi interessa. Io vivo il presente e lavoro ogni giorno per migliorare. Non so se dopo questa esperienza lascerò il calcio o andrò ad allenare altrove». Il Barcellona, in ogni caso, lo aspetta. La Champions, invece, continua ad attendere la Roma. Con l'Atalanta inizia un mini-ciclo di tre partite che dirà molto: dopo i nerazzurri lo scontro diretto con la Lazio e la trasferta a Palermo. Luis Enrique si limita a mettere in guardia i suoi sul primo impegno. «L'Atalanta - ricorda - senza penalizzazione avrebbe solo 4 punti in meno di noi. È una squadra pericolosa, credo che avremo il controllo del pallone, mentre loro si chiuderanno per poi ripartire in contropiede. Se non giocheremo al massimo della concentrazione sarà difficile vincere: in palio ci sono tre punti chiave, poi magari - scherza - finisce la stagione e il derby non si gioca». L'occasione di oggi è davvero ghiotta per i giallorossi, con lo scontro diretto del San Paolo tra Napoli e Inter, la Lazio in pieno caos e l'Udinese in trasferta. Il tecnico spagnolo continua a tenere tutte dentro nella lotta per la Champions. «Ci sono 5 o 6 che possono arrivare al terzo posto. I problemi della Lazio? A me interessa la Roma, non parlo degli altri. Noi fino alla 38ª giornata non sapremo se abbiamo fatto una stagione buona o cattiva». Sulle scelte di formazione, come sempre, non dà indicazioni anche se precisa che la diffida di Gago e Juan per lui «non pesa assolutamente». Kjaer potrebbe avere comunque una chance. «È un calciatore - lo difende l'allenatore - di livello altissimo: ha 22 anni, ha fatto un mondiale, due stagioni a Palermo, una in Germania. Ha un fisico e una mentalità ottime e ho tantissima fiducia in lui: davanti ha un gran futuro». Chissà se ancora qui. L'ultimo acquisto Marquinho è in rampa di lancio e conta poco la frenata di Luis Enrique se ricordiamo le sue parole alla vigilia del Parma. Allora non era pronto e invece esordì, ora secondo il tecnico «sta meglio, è quasi pronto ma non so se può fare i 90 minuti». Il finale è un inedito: chiedono allo spagnolo un pronostico su Milan-Juventus di ieri sera e lui si augura «che perdano tutte e due». Come a dire: le nostre vere avversarie sono loro. Dall'anno prossimo, magari.

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